Dal whisky al whiskey. La morbidezza dei prodotti irlandesi
Sappiamo tutti (specialmente oggi con la diatriba dei confini derivante dalla Brexit) che l’isola irlandese è in realtà divisa in due nazioni: la Repubblica di Irlanda e l’Irlanda del Nord.
La Repubblica è quella che occupa la maggioranza di territorio, è nazione sovrana e indipendente. Come moneta ha l’Euro e la capitale è Dublino. È famosa per Oscar Wilde, la birra Guinnes e la Ryanair. L’Irlanda del Nord invece è una delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito, usa la sterlina britannica e la sua capitale è Belfast.
La cosa che unisce tutti nell’isola di smeraldo è una: il whiskey. In Irlanda si scrive con la “e” e guai a confondersi. Quasi tutte le distillerie sono nella Repubblica, solo la Bushmills è in Irlanda del Nord. Caratteristica distintiva del distillato irlandese è la tripla distillazione, che conferisce una morbidezza di tessitura e di aromi. Sono prodotti che non prevedono l’utilizzo di torba, pertanto sono fruttati e ricchi di cereali. L’unico prodotto torbato è il marchio Connemara della distilleria Kilbeggan. Il Connemara è una regione centro occidentale dell’Irlanda con territori affascinanti, ma molto aspri, il cui terreno è ricco di torba.
La Jameson (di proprietà Pernod Ricard) e la Bushmills (Casa Cuervo) sono fra le distillerie più grandi e produttive al mondo.
In Irlanda la produzione di livello, ovviamente risiede nei single malt, però, al contrario di quello che avviene per la Scozia, il blended non è considerato così inferiore. Anzi ci sono ottimi blended irlandesi che niente hanno da invidiare ai fratelli più quotati.
Per chi avesse la fortuna di volare sull’aeroporto di Dublino, consiglio caldamente di visitare il Duty Free Shop: c’è da impazzire.
Questa settimana assaggiamo: Bushmills 10 anni