Nuovi guai per Fabiola Moretti, ex compagna del capo storico della Banda della Magliana Danilo Abbruciati e di un personaggio minore della banda poi pentito Antonio Mancini, detto l’Accattone, nonché amica personale del boss Renatino De Pedis, ucciso in un agguato a Campo de’ Fiori e poi tumulato nella basilica vaticana di Sant’Apollinare.
L’ex pentita della Magliana che testimoniò anche al processo per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli è stata arrestata in via Laurentina, a Roma, con oltre cento grammi di cocaina nel reggiseno.
Non è la prima volta che la Moretti finisce nei guai per droga: un precedente arresto per traffico di stupefacenti risale infatti al 2016, mentre all’anno prima risalgono una serie di intercettazioni acquisite agli atti del processo Cucchi con Riccardo Casamassima, l’appuntato dei Carabinieri che con le sue dichiarazioni nel 2016 ha consentito la riapertura dell’inchiesta sul pestaggio subito da Stefano Cucchi. In particolare, tra Casamassima, già indagato per droga con altre 4 persone tra cui la sua compagna (anche lei appuntato dei Carabinieri), e la Moretti ci sarebbe stato, secondo gli investigatori della Squadra mobile capitolina, un rapporto “molto stretto”, testimoniato da una serie di conversazioni telefoniche nel corso delle quali i due “utilizzano frasari convenzionali al fine di non far comprendere il vero significato dei loro discorsi”, si legge in un’informativa del 27 giugno 2015. Accuse da cui Casamassima si è sempre difeso, respingendo ogni accusa e spiegando che la Moretti era una sua informatrice.
Se Casamassima ha sempre negato qualunque ambiguità e responsabilità in qualsiasi presunto illecito, l’allora dirigente della I sezione della Squadra Mobile di Roma, Stefano Signoretti (che firma anche l’informativa di cui sopra) nell’udienza del’11 gennaio 2018 del processo Cucchi bis ha invece ipotizzato che il linguaggio criptico usato nelle conversazioni tra l’appuntato dei Carabinieri e la Moretti alludesse all’acquisto di droga: “I contatti intercorsi con la Moretti, dice in aula Signoretti (precisando peraltro che Casamassima ‘certamente non sospettava di essere intercettato’), sono inequivocabilmente finalizzati all’acquisto di sostanza stupefacente, sia sotto il profilo del contenuto, sia sotto il profilo delle modalità di incontro tra i due. Tutte queste cose estremamente criptiche sono conversazioni tipicamente funzionali al perfezionamento di sostanze illecite, all’acquisto di sostanze illecite”.
E’ il caso, secondo la Squadra Mobile, della telefonata del 24 giugno 2015: “Senti che ci riusciamo a vedere vicino al supermercato?”, chiede il teste chiave del caso Cucchi alla Moretti. Dopo che hanno preso accordi per incontrarsi, lei gli domanda “eh, senti, te dovemo prende 1 o 2 casse d’acqua?”. “No no, una cassa d’acqua che ho visto l’offerta, che non è proprio, hai capito?”, risponde lui. “Appare piuttosto singolare, scrivono gli investigatori nell’informativa – che Casamassima per incontrarsi con la Moretti, ovvero suo figlio, si debba recare nei pressi di un supermercato e che la donna gli debba acquistare una o due casse d’acqua”.