Flavio Briatore è uno tosto, uno che si è fatto da solo arrivando ad essere il manager che guadagna di più al mondo, con 58 milioni netti nel 2018. Ha iniziato raccogliendo verdure nei campi a 12 anni, non è un figlio di papà. Può piacere o meno, ma ha molto da insegnare.
Ospite a Non è l’Arena di Gilletti non le ha mandate a dire a chi nella vita non ha altre aspirazioni che fare l’influencer, un non-lavoro riservato a pochi al mondo:
“Intanto voglio capire chi dà i 650 euro a ‘sti deficienti. Trenta anni fa vendevano l’aria di Alassio e c’era chi la comprava. Io vorrei vedere un imbianchino, un ragazzo che è riuscito a fare impresa. Queste cose succedono a una persona, non puoi pensare che succeda anche a te. Diventa un modello di niente. Tutti questi social media ti disolgono dal lavoro vero. Tutti sognano di diventare milionari senza fare un ca…, senza lavorare. Di sicuro non darei a mio figlio 600 euro per farsi fotografare con qualcuno”. “E se te li chiedesse?”, domanda Giletti. “Gli darei due calci nel sedere – ribatte l’imprenditore – uno per parte così lo bilancio”. E ancora: “Ragazzi, iniziate a lavorare. Perché è sparito il desiderio di fare impresa quando si hanno 18 anni?”, ha detto Briatore. Sante parole.
Pochi giorni fa una ragazza se n’è uscita con un video che è rimbalzato sul web nel quale frignava come una poppante, fallito il tentativo di campare di niente – cioè di fare l’influencer – le toccava andare a lavorare. Un dramma. Che bella generazione di giovani hanno formato i social…
Se proprio dovete prendere dei modelli di riferimento, lasciate i Ferragnez che sono patetici, anche se placcati oro, e iniziate a cercare di emulare il percorso di Briatore: andate a lavorare.