Verso le 17:00 del 10 febbraio 1986, Lando Conti si stava recando in auto in Consiglio Comunale a Firenze. Fino a pochi mesi prima era stato Sindaco nelle file del Partito Repubblicano Italiano. Il tempo era piovoso. Giunto sotto la Badia Fiesolana dei terroristi lo affiancarono in auto e lo uccisero con undici colpi della stramaledetta mitraglietta “Skorpion”. L’arma, tristemente nota, era già stata utilizzata per uccidere Ezio Tarantelli. Lando Conti Aveva 52 anni e lasciava la moglie e 4 figli.
Sul posto fu ritrovato un volantino di rivendicazione delle Brigate Rosse Partito Comunista Combattente (BR-PCC). La sera stessa, al telefono con un giornale milanese, le BR si intestarono il delitto.
Lo stesso gruppo che aveva già rivendicato l’omicidio Tarantelli, comparirà ancora in Via Prati di Papa e negli omicidi Ruffilli, D’Antona e Biagi. Conti fu colpito in quanto stretto collaboratore del “Ministro della guerra” Giovanni Spadolini e socio per eredità dello 0.23% della SMA (Segnalamento Marittimo ed Aereo). La società si occupava di sistemi radar internazionali considerati apparati bellici. Le indagini accertarono che l’omicidio fu compiuto da chi lo aveva rivendicato. All’epoca gli investigatori ritennero però che non tutti gli autori fossero stati identificati.
Chi era Lando Conti
Lando Conti, era fiorentino di nascita nato nel 1933, aveva frequentato le scuole elementari a Faenza. Il nonno e la madre avevano partecipato attivamente alla resistenza. Il nonno era stato anche stretto collaboratore di Giorgio La Pira.
Dopo la laurea in giurisprudenza si impegnò in politica col Partito Repubblicano. Fu segretario provinciale fiorentino, poi divenne consigliere comunale, fu quindi assessore nella giunta del repubblicano Bonsanti. Successore di Piero Bargellini divenne Sindaco di Firenze dal marzo 1984 al settembre 1985, nel pieno degli “Anni di piombo”.
Molto vicino a Giovanni Spadolini, ricopri l’incarico di Consigliere nazionale dell’ANCI e Presidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI). Lando per il suo carattere fu definito il Sindaco del sorriso. Può essere ricordato senza dubbio come un maestro.
Nel 2020 a Lando Conti, è stata intitolata la piazza di fronte al Palazzo di Giustizia di Firenze. Nel 2021 a 35 anni dal sacrificio ha ricevuto anche l’onore di un monumento ricco di simbologie evocative.
Fu un leale servitore dello Stato, un faro per l’amministrazione fiorentina. Incarnò gli ideali mazziniani e fu testimone dell’ideale della fratellanza per il bene comune. Fu uomo giusto e perfetto.
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