Recensione videogame: “A plague tale, innocence”
“A plague tale , innocence” rappresenta una delle belle novità nel mondo dei videogame di questo periodo estivo. Siamo nel periodo medievale e una misteriosa peste sta flagellando il paese. Una profezia parla di un bambino che nel suo sangue porta l’immunità alla malattia e che riporterà la pace e la serenità nel mondo …. Peccato che faccia gola anche ai cattivi di turno. Il bello di questo videogioco è che prendiamo il controllo della sorella di Hugo, il bambino della profezia, in una storia di generosità e umanità che raramente si vede in un videogioco.
Il soggetto di questo game rappresenta infatti il punto forte della produzione di Focus Home Interactive e realizzata da Asobo studio. Intorno alla storia un action game in terza persona in perfetto stile Gear of War con grafica di alto livello e qualche puzzle e sessioni stealth tra un livello e l’altro. I diciassette capitoli di questo gioco sono tutti di alto livello e come già abbiamo capito questa esperienza segna il giocatore senza troppe frustrazioni e con uno stile di gioco che è perfettamente livellato. I primi capitoli sono un po’ troppo “tutorial” ma ci introducono perfettamente nelle dinamiche di gioco che non sono tanto originali ma che perfettamente si addicono al contesto .
Un plauso particolare va fatto a chi ha realizzato i numerosi ratti che si trovano durante il gioco e che rappresentano la “peste” . Il loro numero impressionante in alcune sessioni di gioco, senza perdere alcun frame, ti fa capire la complessità di realizzazione a cui è stata data la giusta attenzione da parte della produzione. A plague tale è un bel videogame, una fresca novità con una narrazione spettacolare e dove, una volta finito, avremo difficoltà a trovare valide alternative di gioco. Ottimo.
VOTO: 8
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