Siamo al 2022: parlare del ’22, a noi con i capelli grigi, ci rimanda ancora al secolo scorso.
Ma siamo in una data che ormai va oltre anche i film di fantascienza. Skynet ha preso coscienza nel 1997, come la fuga da New York; l’Odissea nello spazio è già vecchia di vent’anni, Blade Runner è ambientato nel 2019.
Ce lo saremmo immaginato così il futuro? No. Ci immaginavamo auto volanti, robot che ci avrebbero sollevato dal lavoro. Medicine per tutte le malattie. Nel futuro ottimista.
Persino gli scenari post atomici erano più rassicuranti. Il futuro pessimista era opprimente e claustrofobico, ma non come i tempi attuali.
Quel futuro è già vecchio, ormai.
Invece, eccoci qua: siamo qui a parlare dei cessi dei trans, a imputare alle automobili un cambiamento di temperatura, e ad essere incentivati ad usare il monopattino.
Le strade sono quelle di un secolo fa, ma con più buche.
Siamo chiusi in casa da due anni per un virus di laboratorio, ma nessuno può dirlo, giriamo con mascherine palliative delle nostre paure e dell’insipienza dei nostri politici. Andrà tutto bene.
Tutti i politici. I nostri come i loro
Il Presidente Usa è un vecchio dormiente eletto chissà come, per rimpiazzare un miliardario. C’è stato l’assalto alla Casa Bianca, e si è risolta in selfie con le corna. Alla quale tutti hanno fatto finta di credere.
Ci sono due Papi: uno troppo vecchio per poter reggere il peso della opposizione interna alla Chiesa, progressista e sfascista.
L’altro che ne è l’espressione: di un modernismo lontano dalla Dottrina quanto le sue interpretazioni della Sacra Famiglia.
Il Presidente italiano è ancora da eleggere, e non si sa che pesci prendere.
Questo è lo stesso stato d’animo di chi Vi scrive queste righe, alla ricerca disperata di argomenti per fare un’informazione libera e non supina e genuflessa.
Ma gli argomenti ormai sono pochi: Covid, giochi di palazzo, cambiamenti climatici che sono un paravento per toglierci quel poco di libertà che ci rimane.
La democrazia vissuta non esiste più: ridotta a campagne elettorali sempre più sul nostro telefonino, e sempre meno nelle piazze.
Piazze vuote, piazze abbandonate.
Come il filosofo Galimberti ha espresso al meglio, la voglia di dittatura è sotto traccia: troppa responsabilità votare, troppa fatica.
Meglio credere nell’uomo della Provvidenza, beneviso da tutti, soprattutto dall’Europa. Cosa votiamo a fare? Poi magari vince qualcun altro.
Argomenti che non ci sono, argomenti creati ad arte, come reality show che di reale hanno solo la loro tendenziosa presenza.
Questo è il 2022. Lo immaginavo diverso.
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