LA FESTA DELL’ALBERO
In Italia la prima “Festa dell’albero” venne istituita con la legge forestale del 1923. Inserita nel nostro patrimonio di celebrazioni con l’art. 104 che recita: “E’ istituita la Festa degli alberi. Essa sarà celebrata ogni anno nelle forme che saranno stabilite di accordo fra i Ministri dell’Economia Nazionale e dell’Istruzione Pubblica. Lo scopo è infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi.” L’idea la si deve ad Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito, a cui non a caso ancora oggi sono intitolati numerosi giardini in tutta Italia.
Nominato presidente del Comitato Nazionale Forestale, Arnaldo, scriveva nel giornale Il Bosco: “in Italia si deve generalizzare un nuovo convincimento, che io vorrei definire il culto dell’albero”, ponendo il “problema di educazione civile e di rispetto verso gli alberi”. In un celebre discorso, pronunciato l’8 settembre del 1928, affermava: “Camerati del piano e del monte! È l’ora della terra. È l’ora nostra. Ruralizzare l’Italia non vuol dire riportare gli uomini della terra alla pastorizia. No! Significa bensì portare i due terzi del popolo italiano ad essere una linfa vitale e rigogliosa del tronco millenario della Stirpe. Significa portare il lavoro silenzioso e sconosciuto della terra all’altezza del concetto sovrano della vita moderna nazionale”. Poche parole ma molto profonde, sufficienti a spiegare la concezione spirituale della natura insita nella visione del mondo Fascista.
La celebrazione si è svolta con regolarità e con rilevanza nazionale fino al 1979. Successivamente è stata delegata alle Regioni che provvedono localmente ad organizzare gli eventi celebrativi. A dir la verità non sempre sufficienti a sensibilizzare adeguatamente la popolazione sull’importanza del tema.
La “Festa dell’albero”, se celebrata con profondità di contenuti, rappresenterebbe un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future, molto più delle ipocrite campagne delle multinazionali che finanziano Greta Thumberg.
In un mondo in cui dilaga il più bieco materialismo consumistico, la sfida più grande è riuscire a comprendere l’anima di ciò che ci circonda.