55 milioni di dosi di vaccino acquistate dall’Ue e ormai in scadenza, destinate a essere buttate entro la fine di febbraio 2022. Uno spreco di portata gigantesca, considerando che la stessa Unione ha donato all’Africa, all’inizio dell’anno, scorte per 30 milioni di dosi, più o meno la metà di quelle che stanno per finire nel cestino. Uno spreco denunciato in queste ore da Oxfam ed Emergency, che hanno lanciato un appello affinché Bruxelles mostri maggiore generosità verso il continente africano.
Tra le richieste delle due Ong, anche quella di un accordo sulla sospensione dei brevetti dei vaccini per consentire una produzione locale. In questo senso, richieste sono state avanzate anche al governo italiano, affinché prenda una presa di posizione netta su questo fronte. Come spiegato dal Tempo, l’Ue è il maggior esportatore di vaccini al mondo; ma finora solo l’8% delle dosi è stato destinato all’Africa; dove l’11% della popolazione ha ricevuto le prime due dosi mentre, secondo stime concordanti sul continente almeno 250 mila persone sono morte a causa del virus dall’inizio dell’anno, quasi 7 mila al giorno.
Africa
BioNTech, l’azienda tedesca partner di Pfizer nella produzione dei vaccini, ha inoltre venduto solo l’1% del suo export ai Paesi africani. “Nonostante la retorica di una relazione speciale con l’Africa, l’Unione europea ha dato la priorità alla vendita di dosi prodotte in Europa ai Paesi ricchi, in grado di pagare prezzi esorbitanti, facendo prevalere unicamente la logica del profitto delle case farmaceutiche” hanno dichiarato Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, presidente di Emergency.
“L’Ue continua ad anteporre gli interessi delle case farmaceutiche all’obiettivo di salvare vite in Africa. Sono le aziende produttrici ad avere ancora l’ultima parola” hanno concluso Albiani e Miccio. L’iniziativa Covax promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità, che aveva come obiettivo quello di vaccinare il 20% della popolazione dei Paesi poveri entro il 2021, si è rivelata finora un fallimento nonostante il sostegno dell’Ue.
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