Le riforme la Meloni le faccia con il Popolo!
La forza del governo è quella, dopo undici anni, di essere il primo governo con un mandato diretto del popolo italiano.
Parlare non arenare
In Italia le bicamerali sono sempre fatte. La prima proprio quarant’ anni fa, nel 1983 presieduta dal parlamentare e giurista liberale Aldo Bozzi. Poi dieci anni dopo quella portata avanti dal politico democristiano Ciriaco De Mita e dalla storica Presidente della Camera, nonché esponente del Partito Comunista, Nilde Iotti. Per poi ritentare quattro anni dopo, ormai nel pieno della seconda Repubblica ed avendo un parlamento eletto in buona parte con il sistema maggioritario, con la commissione presieduta da Massimo D’Alema. Tutte finite nel medesimo modo. Non si è concluso nulla.
L’audacia è stata premiata
Le modifiche costituzionale sono arrivate, solo grazie all’audacia. La riforma del titolo quinto della costituzione dei 2001 , la riduzione del numero dei parlamentari sono state approvate a maggioranza e ratificante dal voto degli italiani.
È altresì vero che anche la Devolution e la riforma di Matteo Renzi sono state approvate a maggioranza, però bocciate dal voto degli italiani.
Ma diamo una visione obiettiva ai fatti. Ambedue si sono impantanate in un dibattito parlamentare troppo lungo, che nel caso della riforma Renzi l’ha fortemente depotenziata, nel caso della devolution l’ha parzialmente alleggerita.
Ma il dato politico da considerare è che ambedue sono state tirate troppo alla lunga . Hanno arenato i proponenti nel pantano di un eterno dibattito in Parlamento. Fino a quando non si è interrotto un rapporto fiducia, tra i governanti ed il corpo elettorale. Il popolo non perdona la mancanza di determinazione, vuole i risultati.
Purtroppo li vuole anche in tempi spesso esageratamente ridotti. Ma un governante, in quest’epoca di comunicazione molto forte, non deve mai interrompere l’idillio con gli elettori.
Non si faccia l’errore di Renzi
Non bisogna cercare numeri larghi in Parlamento, a svantaggio di dare al Popolo italiano quello che vuole. Le riforme vanno fatte come promesso agli elettori. Bene il confronto, ma questo non deve avvenire, a discapito dell’indirizzo dato dai cittadini al governo che si sono votati.
Renzi fece il grave errore di aver trovato un connubio con l’elettorato, e di sacrificarlo in funzione di un parlamento che gli era ostile. Le liste le aveva fatte Bersani. Deputati e senatori lavorarono al suo logoramento.
Perso il contatto con gli elettori, fu messo da parte.
La Meloni vada dritta avanti, proponga il suo testo, ne parli massimo per un mese. Dopodiché lo faccio approvare, e tragga la legittimazione alle riforme da dove ha sempre tratto la legittimazione e la forza trainante per se stessa: dalla volontà degli italiani.
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