L’ospedale di Al Aldhi Arabi, ospedale battista a Gaza City, è stato colpito da un missile nella giornata di ieri. Più di 500 i morti, molti di più i feriti.
Ospedale colpito, vittime civili
Una situazione da girone infernale che si sta vivendo in queste ore nella Striscia e che si presenta come una catastrofe umanitaria.
Immediatamente, Hamas ha incolpato Israele dei fatti. E così ha fatto l’ambasciatore palestinese all’ONU Mansour. Israele, invece ha decisamente negato la propria responsabilità. Il missile sarebbe stato lanciato dall’organizzazione terroristica Jihad Islamica, che tuttavia, a sua volta nega.
Fuga dalle responsabilità
Una babele di versioni, come spesso accade in questi casi, che però, progressivamente si sta dipanando svelando quale sia la verità.
In tarda serata, è spuntato tuttavia un video, trasmesso dall’emittente Al Jazeera, in cui sembrerebbe effettivamente il proiettile non provenga dal cielo, ma da terra, e smentisca quindi l’ipotesi di bombardamento dell’aviazione militare israeliana.
Basta con le bugie. Non è stato Israele
La stessa IDF ha poi diffuso le immagini di un missile sparato contro Israele e che scoppia su Gaza proprio alle 18.59, orario nel quale è esploso l’ospedale Al Aldhi Arabi.
Infine, ed è circostanza praticamente decisiva, nella mattina di oggi si è diffuso un audio che inchioda i terroristi. Due di loro, infatti, al telefono confermano la versione Israeliana, e affermano inequivocabilmente che il missile è stato lanciato dalla Jihad Islamica, precisamente da un cimitero dietro l’ospedale. Il proiettile, malcalibrato, è esploso sulla struttura sanitaria.
Quindi, Israele non ha bombardato l’ospedale. Punto.. Fine. Stop.
L’imbarazzante figura di certa stampa occidentale
E, invece, pur in assenza di dati ufficiali, una certa informazione capziosa ha voluto far intendere sin dai primi momenti, che la colpa era di Israele, assecondando la narrazione interessata di Hamas.
Un’informazione spudoratamente faziosa, fin troppo incline ad assecondare i deliri dei terroristi pur di attaccare politicamente lo Stato ebraico.
L’irrefrenabile voglia di addossare la responsabilità alla vittima
E, francamente, non si comprende perché. Non si comprende come mai in tutta questa tragica vicenda, iniziata con gli attacchi terroristici del 7 Ottobre, l’attenzione si sia spostata molto preso sulla risposta di Israele e non sui tagliagole che hanno ucciso e rapito cittadini inermi, e brutalizzato i bambini.
Non si comprende davvero questa distorsione cognitiva che porta molti media occidentali a un inaccettabile travaso di responsabilità. In un contesto nel quale, la tanto preannunciata invasione di terra di Gaza, con tutti i conseguenti timori, non è neanche iniziata.
E’ solo malafede?
Che sia solo ignoranza dei fatti? O v’è forse della malafede in alcune posizioni che strumentalizzano in chiave anti-israeliana una vicenda complessa nelle sue origini, ma brutalmente semplice nelle sue manifestazioni?
Non si comprende davvero come mai occorra attorcigliarsi intorno a presunte analisi che hanno come obiettivo quello di spostare la responsabilità su Israele per una situazione che, se solo ci si prendesse la briga di andare a verificare storicamente, darebbe ben altri esiti.
Anche in questo caso, nonostante la logica volesse che un attacco barbaro di Israele ad un ospedale, oltre a non essere nelle corde dello Stato Ebraico, non conveniva minimamente a poche ore dall’arrivo di Joe Biden, ci si è subito spinti verso condanne aprioristiche.
E adesso che l’audio smentisce completamente le ricostruzioni interessate degli anti-israeliani da salotto, che cosa si inventeranno per attaccare Israele?
Il cerchiobottismo consueto dell’UE
Persino le Istituzioni Europee, nella riunione dei 27, a proposito della reazione israeliana, parlano di violazione del diritto internazionale e adottano la consueta strategia cerchiobottista del “siamo con Israele ma…..”. Un sostegno perennemente condizionato, come non si ricordano nella storia. Nè con gli USA dopo l’11 Settembre, né con altri.
L’UE addirittura è arrivata persino a mettere sotto scacco Ursula Von der Leyen, per essere “troppo filoisraeliana”, per non aver menzionato i palestinesi mentre esprimeva solidarietà a Israele. Come se quest’ultimo si portasse eternamente una colpa da espiare, indipendentemente dai fatti e dai responsabili di questi fatit. Come se scattasse un meccanismo automatico per cui la solidarietà a Israele può esistere solo se esiste anche quella verso il popolo palestinese (contro Israele, naturalmente, non certo contro i terroristi).
Insomma, è’ davvero questa l’Europa che vogliamo? E’ davvero questa la patria continentale che sogniamo?
Di fronte all’attacco ad uno stato democratico da una banda di tagliagole, è davvero opportuno richiamare la vittima alla moderazione (come se già non lo sapesse)?
Si rimane basiti dalla mistificazione
Onestamente, si rimane basiti.
Così come si rimane stupefatti anche dalla diplomazia occidentale che pare estremamente impegnata a impedire a Israele di portare fino in fondo la guerra ad Hamas. Certamente occorre tutelare il più possibile la popolazione civile – e ci mancherebbe – ed è per questo che Israele sta avvertendo da giorni i civili a lasciare la Striscia, ma Hamas lo impedisce e i paesi arabi confinanti hanno chiuso i valichi. Nessuna parola di condanna per costoro, ai quali evidentemente la sorte della popolazione palestinese non interessa? Nessuna parola per chi utilizza i civili come scudi umani e cassa di risonanza mediatica per dimostrare la presunta crudeltà di Netanhyau?
Possibile che sia davvero così complesso schierarsi con la democrazia contro il terrore e che invece venga più facile “benaltreggiare” continuamente nei talk show revisionando la storia e mistificando l’attualità?
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