Sanità Pubblica in coma irreversibile
E’ di qualche giorno fa la notizia della morte prematura di una neonata di appena 3 mesi; fin qui, al di là dello strazio che può investire la famiglia della piccola defunta, non ci sarebbe nulla di particolarmente strano.
Ma le cose, a ben vedere, non stanno proprio cosi
Secondo una minuziosa ricostruzione, la morte della neonata è avvenuta perché, portata all’ospedale Sant’Anna e Maria SS della Neve di Boscoreale, comune appartenente alla città metropolitana di Napoli, in preda ad insufficienza respiratoria, è stata respinta, per l’assenza del Pronto Soccorso.
Trasferita, successivamente, al nosocomio di Castellammare di Stabia, a causa del traffico congestionato e con un arresto cardio-circolatorio in corso, sarebbe arrivata troppo tardi, quando ormai, non c’era più nulla da fare.
I genitori hanno presentato una denuncia per avere chiarimenti su quali siano state le circostanze che hanno portato alla morte la loro figlia e per verificare se, al di la delle problematiche relative alla mancanza del Pronto Soccorso, ci possano essere anche responsabilità da attribuire ai medici.
Intanto, la Procura di Torre Annunziata ha aperto una inchiesta
Una tragedia evitabile, che lascia l’amaro in bocca per il modo in cui questa si è sviluppata. L’ennesima tragedia annunciata all’ombra del Vesuvio; quel Pronto Soccorso chiuso più di tre anni fa per motivi legati alla pandemia e destinato ad assolvere le funzioni di hub vaccinale.
Il capo gruppo della Lega in consiglio regionale della Campania, Severino Nappi, oltre a ribadire la necessità di aspettare gli esiti delle indagini avviate dalla Procura di Torre del Greco, sottolinea la grave situazione sul fronte sanitario che viene costantemente negata in Campania, ritenendo intollerabile morire perché non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla vita. Eppure, non tanto tempio fa, il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, durante una delle sue egocentriche interviste, spargeva lodi al sistema sanitario campano definendolo “miracoloso”.
Questa immane tragedia, comunque, è la dimostrazione che il problema non debba essere addebitato al singolo partito, ma è un problema che investe la politica tutta
Sparisce l’immagine di un Sistema Sanitario Nazionale i cui principi fondanti sono appunto l’universalità, l’uguaglianza e l’equità; tradotto in soldoni, equivale a dire che le prestazioni sanitarie sono rivolte a tutta la popolazione cosi come è stato inteso nel momento della sua costituzione
E’ dal 2010 che assistiamo, in maniera irrefrenabile, al taglio della sanità, a prescindere da chi governi. Dal 2010 al 2019, rimarca la fondazione Gimbe, che si occupa di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di formazione, informazione e ricerca scientifica, alla sanità pubblica sono stati sottratti quasi 40 miliardi di euro.
Questo, inevitabilmente, porta a situazioni come quelle che abbiamo descritto
Tranne che nel periodo pandemico, tutti i governi hanno scelto di ridurre i finanziamenti con conseguente diminuzione dei nosocomi (111 ospedali in meno e perdita di moltissimi posti letto), diminuzione dei Pronto Soccorso (113 in meno), diminuzione degli stessi operatori sanitari. Di converso, il privato convenzionato, strutture che lavorano pagate dalla Regione e che spesso lasciano al pubblico i malati più complessi e meno redditizi , è raddoppiato.
Il risultato è stata la massiccia desertificazione di quei baluardi che rappresentavano, agli occhi dei cittadini , dei validi presidi presso cui rivolgersi in casi di necessità. La speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire, ma se il buongiorno si vede dal mattino …
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