Liliana Segre sporgerà querela nei confronti di Elena Basile, la ex diplomatica che aveva beceramente attaccato la senatrice a vita, rea – secondo il video diffuso sui social dalla Basile – di esser preoccupata solo ed esclusivamente dei bambini ebrei, a scapito di quelli palestinesi. E, non contenta, la Basile aveva poi rincarato la dose chiedendo alla Segre – che si ricorda essere stata deportata da Auschwitz durante il nazifascismo – “se volesse imitare i nazisti”.
il video della Basile
Insomma, un video shock caratterizzato dal tipico furor ideologico del sostenitore medio pro-Pal che ha condotto la Basile a confondere gli ebrei con i nazisti, a mescolare vittime e carnefici e a dar prova di una certa ignoranza quantomeno biografica riguardo la Senatrice a vita.
Un intervento, insomma, talmente insensato e grottesco che lascia allibiti e che giustamente ha provocato le reazioni della Segre e dei suoi familiari che hanno annunciato querela.
Ma non è finita!
Negare le responsabilità e fare scaricabarile
In un paio di email recapitate al figlio di Liliana Segre, l’Avvocato Belli Paci, la Basile riesce a fare peggio. Con il pretesto di volersi scusare, l’autrice di fatto nega ogni sua responsabilità attribuendo la colpa di quanto accaduto a fantomatici articoli di stampa che avrebbero travisato le parole della Segre inducendo la stessa Basile in errore.
E quindi – ci ricorda la nostra – la Segre non dovrebbe querelare lei (la Basile) ma invocare la rettifica di quegli articoli. Un triplo salto carpiato in salsa complotto-scaricabarilistica.
Peccato che di tali articoli non se ne rinvenga traccia – come giustamente ha fatto notare l’Avvocato Belli Paci che sconfessa palesemente la Basile la quale evidentemente non vuole proprio assumersi le responsabilità di dichiarazioni diffamatorie.
Peraltro, nonostante questa si definisca dispiaciuta per il fraintendimento (sic!) e dopo aver ribadito la struggente ammirazione per la senatrice a vita, non può fare a meno di rimarcare il proprio punto di vista per quanto delirante. Con l’effetto di rendere palese quanto il presunto dispiacere e la presunta ammirazione nei confronti della Segre sia posticcia.
La toppa peggiore del buco
Infatti, la Basile tiene a sottolineare che “”Mi dispiace perché la senatrice con il suo nome e la sua determinazione potrebbe contribuire al bene comune e a contrastare i doppi standard. Le denunce e le querele alimentano il clima d’odio e di antisemitismo”. Ecco, in questo passaggio sta dicendo a tutti che “la Segre ha torto e lei (la Basile) ha ragione”.
Il solo doppio standard è quello contro Israele
Invocare addirittura contro la Segre il c.d. doppio standard è una affermazione tanto provocatoria quanto fasulla. L’unico doppio standard di cui si ha patente evidenza è quello che colpisce da sempre lo Stato di Israele che viene sistematicamente colpevolizzato ogniqualvolta è costretto a difendersi dagli attacchi armati e terroristici che ne vorrebbero decretare la fine. Sono i doppi standard dei c.d. sostenitori della c.d. Palestina che applicano continuamente due pesi e due misure quando è coinvolto Israele.
Altri doppi standard non se ne vedono! La Basile – dato il suo ruolo di ex diplomatica – dovrebbe saperlo, ma o lo omette per ignoranza o è per malafede. Delle due l’una. E, certamente, prendere quale capro espiatorio la Segre fa torto non solo alla senatrice, ma persino alla sua stessa intelligenza.
Un po’ come quando si accusa gli ebrei di portare avanti un genocidio.
Si prendono le cose di cui gli ebrei sono state e sono vittime e le si ribaltano sugli ebrei stessi identificandoli come colpevoli. Se non è antisemitismo questo, ditemi voi cosa è l’antisemitismo.
La Segre sarebbe filo-nazista?
D’altra parte che la Basile sia completamente fuori dalla realtà emerge dall’equiparazione tra Israele e nazismo, punto cardine del nuovo antisemitismo moderno e imputarlo a una vittima della Shoah è una palese ammissione di colpa. Vorremmo dire sommessamente alla Basile che sono queste teorie ad alimentare l’odio e l’ostilità contro gli ebrei non certo le querele di chi non ha altro modo per difendersi dallo stupro della realtà condotto sistematicamente da questi personaggi.
Inutile poi che la Basile si stracci le vesti parlando di “errore” “travisamento dei fatti” e “rammarico per aver ferito Liliana Segre”, così come inutile sono le scuse posticce che la stessa rivolge alla Senatrice a vita. Non è credibile. La Basile sa bene di non essere credibile e lo rimarca clamorosamente quando arriva a immaginare Mattarella e Segre benedire la nascita dello Stato di Palestina (che i palestinesi non hanno mai voluto) e uniti nel condannare “i crimini di guerra del governo Netanyhau”.
Si badi bene! Non gli attacchi contro donne e bambini condotti da Hamas. Ma la reazione di Israele sarebbe un crimine di guerra.
Parlamento unito contro i deliri della Basie
Insomma, siamo proprio all’inversione dei fatti e della storia alimentata da pulsioni oniriche inverosimili che denotano proprio un orizzonte farlocco nel quale si muove un ragionamento privo di senso.
Il caso è approdato persino in Parlamento dove per fortuna gran parte dei gruppi parlamentari predono le distanze dai deliri della Basile e applaudono commossi Liliana Segre.
Il Presidente La Russa esprime a nome dell’Aula parole di solidarietà affettuosa nei confronti della Senatrice e si associa alle parole emerse unanimemente da parte dei gruppi.
Può finire così? La risposta non può che essere negativa, perchè il problema non è la Basile, o meglio non solo la Basile.
Il solito antisemitismo ormai sdoganato
Il vero problema è che le “tesi” espresse dall’ex diplomatica allignano pericolose nella mente di molti. L’equiparazione tra Israele e il nazismo, l’idea che lo Stato Ebraico voglia condurre un genocidio nei confronti del popolo palestinese, e altri simili deliri, si vedono traboccare ogni giorni sui muri delle nostre città, nelle bacheche dei social, nei discorsi da bar improvvisati di altrettanto improvvisati esperti di Medioriente. In modo sempre più vergognoso e improvvido vengono veicolati con una certa nonchalance messaggi marcatamente antisemiti che però ormai sono sdoganati e per i quali gli autori non percepiscono più la sottile linea di confine rappresentata dal pudore e dalla vergogna. Anzi, ne vanno fieri!.
Una pericolosa deriva
Insomma, l’antisemitismo che da Ottobre sta travolgendo il nostro Paese e non solo, trova sempre nuovi portavoce più o meno importanti o più o meno noti. E questo è il vero problema oggi. Sussiste un background antisemita che strumentalizza la pace e i bambini per negare la storia e le responsabilità. Una deriva pericolosa nell’opinion making cui bisogna ribellarsi con ogni forza perché dipinge a tinte fosche un passato che eravamo convinti di aver spedito in archivio.
E se è vero che “l’infezione è passata ma il veleno è sempre in circolo”, crediamo che sia il momento che questa gente paghi – nelle forme di legge. Perché essere antisemiti non è un’opinione. E’ un reato. E come tale deve essere perseguito