Le Europee e la vittoria del bicameralismo

Le Europee e la vittoria del bicameralismo

Coppi e Bartali, McEnroe contro Björn Borg, i Rolling Stones e i Beatles. Nella storia, nel costume e nella politica è pieno di avversari, che si alternano in successi e vittorie. Esempi positivi di lealtà e far play, che hanno dimostrato di essere comunque vincenti pur nella sconfitta di una gara o di un evento non riuscito.

In tutto questo panorama positivo, la strana coppia Renzi/Calenda fa un’eccezione. Il loro destino si è incontrato nell’agosto del 2022, nel trovare un sostegno reciproco per presentarsi alle elezioni politiche di settembre: uno doveva ricercare in fretta le firme per la presentazione delle liste elettorali, l’altro doveva uscire da una strada che lo portava dritto alla fine politica.

Il loro matrimonio, anche se solo di interesse, produsse buoni frutti

Le elezioni politiche del 2022 furono un successo, tanto che portò loro a impegnarsi (neppure così tanto) nel progetto “Terzo Polo”. Questo nelle loro nebulose intenzioni era un prototipo politico che si frapponeva fra i due blocchi di sinistra e di destra, cercando di farsi spazio in un centro fino ad allora (e tuttora) inesistente.

Progetto sbandierato, ma mai decollato. La certezza che sarebbe stato un flop si ebbe dalle due diverse Assemblee Nazionali, di Azione e Italia Vive, rigorosamente separate, promosse in due fine settimana diversi e territorialmente molto lontane tra loro. Calenda, con i suoi iscritti, si riunì a Napoli. Renzi quindici giorni dopo a Milano. La netta sensazione che qualcosa non funzionasse nel neonato Terzo Polo già si intuiva. Vedere loro nei palchi delle loro rispettive assemblee ricordava molto la danza di “due galli in un pollaio”. Mentre la politica italiana procedeva con Schlein e la premier Meloni, Matteo e Carletto, nonostante i proclami di eterna amicizia, venivano pressoché ignorati. A primavera nel 2023 l’esperienza del Terzo Polo arrivò al capolinea.

Una delusione per i tanti, troppi che nella via del partito centrista, avevano riposte non poche speranze. I due, quindi, separati in malo modo, continuarono con le schermaglie per mesi e mesi, arrivando a quel mirabile momento di alta politica che è stata la presentazione delle liste elettorali per le europee: Renzi con il suo SUE in tandem con la Bonino, Calenda con la sua compagine che neanche si ricorda il nome per quanto sconosciuta ai più.

Risultato: né l’impavido fiorentino, che l’irruento pariolino hanno superato lo sbarramento del 4%. Un flop smisurato che rischia di fare sparire i due dalla scena politica italiana (e qualcuno ironizzerebbe “E lo fosse davvero!).

Il vero vincitore delle elezioni europee dell’8/9 giugno è stato il bicameralismo. Hanno primeggiato i due schieramenti opposti ben saldi nelle loro posizioni di sinistra e di destra ma con uno sguardo amorevole verso l’elettorato del centro.

Ma quindi gli elettori che animavano “le vaste praterie del centro del Terzo Polo” per chi hanno votato? Considerato il vuoto cosmico dei partiti terzopolisti, dove di fatto hanno fatto la crocetta nel segreto dell’urna? Probabilmente si sono equamente sparpagliati a sinistra e a destra. Il 24,02% della PD lo attesta, mentre a destra Tajani potrebbe avere visto benefici da parte dell’elettorato di centro che girovaga alla ricerca di un partito che li rappresenti.

Il partito Forza Italia era dato per spacciato dopo la morte lo scorso anno del fondatore Berlusconi

Tuttavia, Tajani è riuscito, con fare serio e accomodante ad accogliere quella parte dell’elettorato che non vuole un’egemonia PD, né vuole rischiare in partiti troppo esposti a destra. Forza Italia è riuscita a drenare i voti dei moderati-liberali italiani a cui la figura di Berlusconi sembrava troppo ingombrante. Tajani ingombrante non lo è. Il suo basso profilo piace ad una certa platea moderata, che ha preferenze verso figure politiche garbate ed equilibrate. La sgangheratezza di Renzi e Calenda non è per i centristi. Per questo Forza Italia ha raggiunto quasi il 10% mentre Calenda e Renzi sono rimasti al palo.

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