Le briosce di Maria Antonietta

Si racconta che Maria Antonietta moglie di Luigi XVI re di Francia,durante un tumulto popolare per la mancanza di pane, avrebbe detto ‘ Ma se manca il pane date al popolo le briosce’.

La regina fu ghigliottinata con il marito pena di moda durante la Rivoluzione Francese.

La storiella è quasi certamente un falso storico

L’incomprensione per le esigenze e le aspirazioni popolari, la convinzione dei privilegiati che ci sia un mondo immutabile ha prodotto nei secoli una serie di leggende dello stesso genere.
La sostanza non cambia: ogni volta l’epilogo della storia è la fine infausta dei sopraffattori incapaci di capire i mutamenti.Sovente con tragedie generali.

Forse ci risiamo

Il segnale che viene dagli elettori del parlamento europeo è facilmente interpretabile, sia per i voti espressi, sia per le conseguenze politiche immediate nei grandi paesi, sia per chi non è andato a votare.

Percentuali di astensione che suonano come rifiuto del sistema: Votanti: Croazia 21,34% Lituania 28,5% Bulgaria 33,79% Lettonia 33,82% Slovacchia 34,38% Cechia36,45% Portogallo36,54% Estonia 37,70% Finlandia 40,40% Polonia 40,65% Grecia 41,39% Paesi Bassi 46,20% Italia 48,30%( percentuale reale dei voti validi ndr) Irlanda 49,84%,Francia 51% etc.
Percentuali da elezioni con un minimo di efficacia rappresentativa soltanto in Belgio 89,82% Lussemburgo 82,29% Malta 73%. Un quarantesimo della popolazione dell’Unione Europea.
Si trova partecipazione soltanto nei tre punti dove si raccoglie denaro, potere, sconti, duty free a tutto tondo.Per il resto buio pesto.

Le elezioni hanno messo in crisi
l’estabilishment dei due capisaldi dell’intesa sui quali si regge l’impalco : Francia e Germania.

Macron, doppiato dalla destra, ha sciolto il Parlamento e indetto elezioni nel giro di tre settimane

In Germania la destra estrema ha superato il partito socialdemocratico che esprime il Cancelliere.

In Austria la stessa destra ha totalizzato il 24,5%,secondo partito per un solo punto e ben sopra i socialisti.

In Belgio,disastro per il primo ministro che si dimette.

In Italia il 48,30% di votanti, garantisce a Meloni il 14% reale di consensi e 600.000 voti in meno, ma comunque paga la sua posizione dichiarata ‘ Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa’.

Nella sostanza anche qui primeggia ‘il cambiamento’, la critica sostanziale all’Unione e alle sue politiche.

Come il don Abbondio del Manzoni ‘ se ne tornava bel bello dalla passeggiata’, i rappresentanti del dominio unionista sono usciti ‘ bel belli’ dalle elezioni, senza fare un piega, proponendo la replica della cosiddetta ” maggioranza Ursula ” ( popolari ( Von der Leyen), socialisti( cancelliere tedesco Scholz) liberali (Macron)).Cioè come se non fosse successo nulla.

Forse sono in atto manovre per far entrare nel circolo dei dominatori Giorgia che non rispetterebbe come altre volte gli impegni di cambiare l’Europa, avendo l’Europa ( come il potere) cambiato lei a sufficienza.

Rimane certo che oggi l’Unione Europea e le sue scelte registrano un tasso di impopolarità che pare senza ritorno

Più inquietante è il comportamento dei despoti.

Forti del conto aritmetico dei seggi si ignorano gli allarmi ,i bradisismi, le inquietudini ,le rivolte, le astensioni, la caduta delle stelle francesi e tedesche.
Si potrebbe profilare all’orizzonte un campo di battaglia a esito incerto. Il popolo contro gli affossatori dei sogni, del benessere, delle identità e delle culture.

La postdemocrazia dovrebbe allentare la presa o saranno servite non brioche ma sorprese per tutti.

Senza pensare alla mina innescata dalle rivolte in continua ascesa:dagli agricoltori al popolo francese. Né la recrudescenza elettorale delle revanche della superiorità teutonica mai sopite nella mitteleuropa.

Pur senza contare tutto questo, il rischio di un patatrac è sempre più probabile

Ma nessuno pare porsi il problema e fra cerimonie, cene ufficiali del G7 e altri summit prossimi venturi si sta tentando semplicemente di ricucire gli orli sbrindellati della maggioranza Ursula e tirare avanti come se niente fosse.

Se la postdemocrazia non allenterà la presa, nell’acquisita consapevolezza di aver passato ogni limite e non si ritroverà il rispetto dei fondamentali della democrazia e dei diritti al benessere ai servizi alla libertà ,saranno dolori.

Se non saranno compiute retromarce significative nelle politiche finanziariste e pseudo ambientaliste il naufragio sarà sempre più prossimo e inevitabile.

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