Il mondo di Donald
Il mondo transazionale di Donald Trump e’ quel mondo nel quale tutto si contratta, si commercia, in competizione aperta con gli altri giocatori globali.
Saltati tutti i vincoli autoimposti dal diritto internazionale, ormai inutile oggetto woke nel museo storico della tramontata pax americana, contano oggi e domani i soli rapporti di forza
Il commercio dei paesi latinoamericani dipende soprattutto dagli Stati Uniti.
Se n’è accorto il fragile Governo colombiano del socialista Gustavo Petro, che non voleva riprendersi i suoi clandestini espulsi da Trump e che, come la sua collega messicana, Claudia Sheinbaum, ha dovuto fare precipitosamente marcia indietro sulla questione degli immigrati, visto che gli Stati Uniti ospitano la cifra record di circa 37 milioni di persone di origine messicana.
E Trump deve fare i conti con un immigrazione illegale che sta invadendo l’America. Oltre 11 milioni ne sono entrati con quelle due pappamolle di Joe Biden e Kamala Harris
Poiché l’80% dell’export messicano è destinato agli Stati Uniti, così come avviene per altri Paesi del Sud America, se solo Trump dovesse imporre insuperabili barriere tariffarie sarebbero proprio i Paesi latinoamericani a subire una grave depressione economica, mettendo ad alto rischio la tenuta dei loro Governi.
Che farebbero bene, dal canto loro, come anche tutti gli altri che si fanno illusioni sul carattere “transazionale” di Trump, nel senso che le minacce rappresenterebbero solo una precondizione a trattare, a non ignorare come funziona il mondo degli affari.
Durante il suo primo mandato, l’attuale Presidente degli Stati Uniti ha negoziato un accordo commerciale con Messico e Canada, conosciuto con l’acronimo Usmca (United States-Mexico-Canada Agreement), che oggi Trump intende rivedere chiedendo nuove concessioni e facilitazioni commerciali a favore dell’America
La speranza che il Global South ripone in Trump è molto semplice: il Presidente ha sgombrato il campo per la durata del suo mandato dalle follie moralizzatrici del woke, e la sua attitudine a parlar chiaro potrebbe rendere le cose più facili dal punto di vista degli accordi transazionali multi o bilaterali.
Da lui, infatti, non c’è da aspettarsi proposte che abbiano come condizione a trattare la solita retorica sul rispetto dei “valori occidentali”, che non interessano nulla ai quattro quinti della popolazione mondiale.
Tutti gli attori internazionali, e noi europei in particolare, debbono convincersi che il mondo transazionale trumpiano di MAGA non ha alcun interesse altruistico su come vanno le cose del mondo, dato che così la pensano esattamente i suoi competitor planetari di Cina, Russia e India, tanto per citare solo i maggiori
L’obiettivo di Trump, per quanto riguarda Paesi a rischio immigrati, come El Salvator e Guatemala, è di far accettare ai loro Governi lo status “Paesi terzi sicuri”, in modo da costringerli sia a riprendersi tutti i clandestini entrati negli Stati Uniti, sia ad accettare le domande di asilo per gli immigrati in transito, provenienti dagli Stati confinanti.
Del resto, Panama ha già provveduto a intensificare i controlli per respingere la maggior parte degli irregolari che tentano l’attraversamento del Darien Gap, zona altamente a rischio immigrazione
In tutto ciò, come si muoverà la pastorella Ursula Von der Leyen con la sua inutile Unione Europea, non e’ dato sapere.
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