Ventotene : il diversivo e l’autogol
Il ‘diversivo’è un efficace strumento dialettico per togliersi dagli impicci.
Mezzo usatissimo nelle dispute politiche e che fino a ieri l’altro si pensava precluso per etica istituzionale e semplice buon senso a un capo di governo che relaziona in Parlamento su scelte di importanza storica.
Il 19 marzo 2025 questa opinione si è mostrata fallace
Alla Camera, la presidente del consiglio ne ha fatto un uso illimitato sviando il ragionamento dall’U.E. in armi, dai rapporti con gli Usa e dalle scelte epocali in ballo.
La presidente ha impantanato il discorso su Spinelli, il Manifesto di Ventotene e tutto l’armamentario ‘anti’, hinc et inde
Eluso il punto principale e scatenata la bagarre, il gioco era fatto.
La guerriera Giorgia ha evitato l’ostacolo, ha silenziato di fatto il dibattito sul tema vero, quello dove avrebbe potuto inciampare.
Al netto delle opinioni sulle frasi riportate da costei con furbizia un po’marrana, il Manifesto di Ventotene immagina un percorso per l’unione dell’Europa, nell’osservanza del primato della politica
L’Europa dovrebbe essere federale, democratica, popolare, contraria a monopoli di ogni genere. Dunque diversa, anzi l’OPPOSTO di quella che oggi è l’UE.
Le finalità sono la liberazione delle classi più povere dalla fame, dal bisogno e dal giogo dei ceti protetti dallo Stato e detentori del potere finanziario e dei mezzi di produzione.
Un’Europa che consenta la creazione di ricchezza attraverso il libero scambio delle merci da sottrarre al monopolio delle oligarchie dominanti, all’epoca individuate nei ‘ceti nazionali conservatori e reazionari’ e con i servizi primari e i settori giocoforza senza concorrenza sotto il controllo pubblico
‘Non si possono lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività necessariamente monopolistica sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori’.
L’Unione Europea al contrario ha concesso ai ‘privati’ tutto. Perfino l’emissione della propria moneta che corrisponde alla fine di ogni libertà.
Basti ciò che disse Sir Josiah Stamp, governatore della Banca d’Inghilterra(1928/1941): ‘Dare alle banche la possibilità di creare moneta è come darsi in schiavitù e pagarsela pure’.
Va detto che l’Europa Unita auspicata era anche viatico per la liberazione dall’egemonia germanica, che a quel tempo ma anche oggi estende la sua ombra sul destino dei paesi occidentali
Altiero Spinelli sognava un’Europa così contraria a quella che l’euroburocrazia finanziarista ha messo in piedi e che oggi domina lo scenario, che se tornasse al mondo commetterebbe seduta stante un’eutanasia istituzionale.
Spacciare il Manifesto di Ventotene come il pilastro dell’Europa di oggi,corrisponde a ritenere i Quattro Vangeli il testo base dell’ateismo.
È qui che la vittoria polemico- dialettica del premier si trasforma in un autogol.
Avviene che chi difende Ventotene è anche il difensore di chi ne ha fatto strame, cioè l’Unione Europea, in un ossimoro di ignoranza e malafede invero rimarchevole
Chi lo attacca avrebbe dovuto difendere l’Europa immaginata da Spinelli.
E se ‘ Giorgia’ anzichè dirsi ‘ lontana’ dal Manifesto di Ventotene e scegliere di incendiare le polveri, l’avesse difeso e avesse criticato a fondo chi lo distribuiva nelle piazze a sproposito e insieme lo tradiva sostenendo l’Ue e le sue scelte sbagliate, gabellandole come frutto delle idee di Spinelli e c., allora sì che avrebbe guardato la luna e non il dito
Sarebbe venuta fuori la statista anzichè la polemista comiziante che ancora una volta è sembrata vivere la politica più che alla giornata,ad horas e in cerca di applausi tanto facili quanto fragili e transitori.
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