IL PARADOSSO DELLA CINA PALADINA DELLA LIBERTÀ DI COMMERCIO
Con Trump dobbiamo abituarci a questo e forse purtroppo a ben altro
A volte la realtà supera la satira. Tipo adesso, che ci tocca vedere la Cina comunista — in realtà più mercantilista che comunista— fare la morale al mondo sul libero scambio, sulle regole del WTO, sulla necessità di “stabilità” nei mercati. Non è uno sketch di Crozza, è quello che sta succedendo davvero. E tutto questo grazie a chi? Ma a Donald Trump, ovviamente.
Nel tentativo di “fare grande l’America” a suon di dazi, The Donald è riuscito nell’impresa di ribaltare i ruoli: l’America che fa il bullo, la Cina che si atteggia a custode dell’ordine globale. Un miracolo. Un paradosso. Una roba che, se non fosse vera, ci sarebbe da spanciarsi dalle risate
Poi però succede che, dopo giorni di minacce, arriva la famosa tregua di 90 giorni.
E mentre Trump cerca di vendere lo stop come gesto di buona volontà, la verità è che gli è arrivato addosso mezzo mondo. Aziende, mercati, fondi pensione… tutti a dire: “Senti Don, così ci andiamo a schiantare”
E allora niente, si tira il freno. Almeno per ora.
Intanto, le borse si scatenano. Wall Street fa il botto (in positivo, stavolta), gli investitori stappano lo champagne, e qualcuno — chissà chi, vero? — ci guadagna un bel gruzzoletto. Ma è stato solo un rimbalzo temporaneo.
L’ incertezza creata ha subito preso il sopravvento e l’ orso è tornato a Wall street
E nel mentre? La solita guerra vera, quella che fa morti veri ogni giorno, continua. Trump aveva detto che l’avrebbe finita in 48 ore. Spoiler: no. Ma ormai siamo abituati, no? La sparata del giorno dopo quella del giorno prima. E il pubblico che applaude.
Tornando alla Cina: Pechino mica si ferma. Risponde colpo su colpo, ma lo fa con stile. Niente sceneggiate, niente caps lock su Twitter. Una calma glaciale, quasi fastidiosa. Non ti baceranno il sedere, Don. Nemmeno se glielo chiedi in mandarino
Il bello (si fa per dire) è che ora tocca sorbirsi questa narrazione assurda: gli USA come i cattivoni della globalizzazione, la Cina come esempio di coerenza e apertura. E noi? Stiamo a guardare, un po’ increduli, un po’ rassegnati. Perché è tutto pltealmente surreale da sembrare normale.
Se non fosse che questi primi attriti non tarderanno a riversarsi sul mondo reale in breve tempo e ad esempio gli ordini disdetti da Amazon verso i fornitori cinesi costringeranno quest’ ultimi a inviare in altri luoghi e sotto prezzo quei prodotti innescando quel meccanismo del dumping ampiamente previsto da molti economisti e temuto quanto i dazi per gli effetti destabilizzanti
In due parole la guerra commerciale è solo agli inizi e dove non passano le merci passano le armi.
Speriamo che entro 90 giorni qualcuno riesca a farlo capire a chi credeva in due giorni di poter riportare industrie e produzione con un semplice provvedimento.
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