Fonti governative Usa hanno confermato che il generale iraniano Qassem Soleimani è stato ucciso da un un drone.
Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, responsabile delle operazioni all’estero della Repubblica Islamica iraniana: dalla lotta allo Stato Islamico al puntellamento dell’Iraq post-Isis, fino all’assedio di Aleppo e alla riconquista della Siria a favore di Bashar al-Assad. Dal momento della sua uccisione a Baghdad per mezzo di un drone USA, Soleimani è però diventato il martire per eccellenza, ucciso da un drone, un velivolo senza pilota, o meglio pilotato a distanza da un militare con controllo remoto.
Unmanned aerial vehicle (UAV), questo l’acronimo ufficiale, in italiano aeromobile a pilotaggio remoto o APR, comunemente noto appunto come drone, un apparecchio volante caratterizzato dall’assenza del pilota a bordo.
Il suo volo è controllato autonomamente dal computer a bordo del mezzo aereo oppure tramite il controllo remoto di un navigatore o pilota.
Il drone in questione che ha ucciso Soleimani sarebbe un MQ-9 Reaper, largo 20 metri e lungo 11 e dal peso di oltre due tonnellate, velivolo armato multi-missione, con capacità di volo media, lunga autonomia e pilotaggio remoto, molto remoto considerato che può essere diretto dagli Stati Uniti da due piloti.
È stato sviluppato dalla General Atomics Aeronautical Systems, ha una capacita’ di volo di 15.240 metri di altezza, un’autonomia di 1.850 chilometri e raggiunge una velocità di crociera media di 370 chilometri all’ora.
Ogni MQ-9 Reaper puo’ sganciare bombe “intelligenti” a guida laser o infrarossi, Unit-12 Paveway II e GBU-38, nonché i missili terra-terra Hellfire AGM-114, ed è il primo UAV hunter-killer progettato per la sorveglianza a lunga autonomia, e a elevate altitudini.