Bonaccini e Bellanova polemizzano a distanza: alla proposta di regolarizzare seicentomila irregolari stranieri nella agricoltura del Ministro Bellanova, risponde il Governatore dell’Emilia Bonaccini.
Con una idea in salsa populista.
“Chi prende il reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a lavorare” nei campi per la stagione della raccolta.
Questo ha detto Stefano Bonaccini, che proprio leghista non è.
Le parole del Ministro
Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura, renziana, nell’aula del Senato chiede a gran voce da giorni la regolarizzazione dei braccianti clandestini. Lancia l’allarme sull’emergenza lavoro agricolo messo in ginocchio dal coronavirus, per cui mancano tra i 270-350 mila lavoratori.
E chiede che lo Stato si faccia carico della condizione degli irregolari.
Come se non ci fossero già abbastanza problemi e spese.
“Sono 600 mila, secondo le stime, gli irregolari stagionali nell’agricoltura che vengono spesso sfruttati e lavorano in Italia per quella criminalità che chiamiamo caporalato, che per me significa mafia. O è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o è la criminalità organizzata”.
L’allarme riguarda la manodopera dei braccianti, a meno che non si vogliano perdere i raccolti.
Bonaccini non è d’accordo
Il lungo discorso su quella che Bellanova ribattezza “la filiera della vita” è stato oggetto di critiche da parte dell’opposizione, in primis della Lega.
Ma anche del Presidente Bonaccini che pure è targato PD.
Che nei campi vadano i percettori di reddito di cittadinanza ha tuonato.
“Così restituisce un po’ quello che prende”.
Lo ha detto il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in un passaggio del suo intervento al Quarantalks organizzato dalla Bologna Business School.
“Essendo andati via per la gran parte i lavoratori stranieri, oggi le aziende agricole ci chiedono come trovare lavoratori che vadano a raccogliere la frutta e la verdura nei campi”, ha proseguito Bonaccini.
“Visto che quel comparto non solo non si è fermato ma sta producendo, tanto adesso mettiamo a disposizione i Centri per l’impiego per individuare figure di lavoratori che vadano a fare quel mestiere perché non si trova quasi più nessuno”.
Il governatore ha poi aggiunto: “Mi verrebbe persino da dire che chi prende il reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a lavorare lì così restituisce un po’ quello che prende”.
La proposta del governatore dell’Emilia-Romagna, che richiama al lavoro nei campi chi percepisce il reddito di cittadinanza in emergenza Coronavirus, non dovrebbe suonare come una boutade sovranista.
Una proposta ragionevole
È soprattutto una proposta ragionevole e di civiltà rivolta a chi, almeno sulla carta, sarebbe alla ricerca di un’occupazione e potrebbe essere annoverata alle condotte meritevoli per risollevare la nazione che è sempre più martoriata da i suoi problemi atavico ed il virus.
Con l’indubbio doppio vantaggio di rivelare chi effettivamente non vuole trovare un impiego ma solo sfruttare il welfare campando sulle spalle della collettività e il disegno dei predicatori della accoglienza che in realtà appoggiano l’abbassamento del salario e dei diritti dei braccianti.
I prececenti
D’altronde, sui cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza Bonaccini si era già espresso criticamente già in precedenza, intervistato in diretta su Skytg24 sui fondi annunciati dal governo come sostegno ai più bisognosi, il governatore si era già espresso in maniera polemica.
“Quei quattrocento milioni non sono ripartiti su oltre sessanta milioni di italiani ma sono per quelle persone che hanno bisogno di avere una mano e tra questi credo che vanno esclusi coloro che riscuotono già il reddito di cittadinanza perché hanno già un aiuto dallo Stato”.
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