I congiunti paiono essere il tormentone di questa settimana, della serie infinita “il decreto” del Visconte Giuseppi.
Lui, che ci tiene a ribadire di essere il prescelto – da chi? – a decidere sulla nostra libertà anche al “Bomba” Matteo Renzi.
Il leader di Italia Viva, dalla sua nuova bianca Villa sul viale dei Colli, ha una volta tanto rispolverato i suoi studi giuridici per obbiettare lo strame della Costituzione che questo Governo Rosso Giallo sta facendo a colpi di Decreti del Presidente del Consiglio.
Il decreto del Presidente del Consiglio
Atti amministrativi che si arrogano il potere di introdurre nuove forme di reati, sanzionati penalmente. Con buona pace della riserva di legge.
Una castroneria che il Professore di diritto civile Giuseppi ha corretto solo dopo settimane.
Atti amministrativi che incidono sulla nostra libertà, diritto costituzionale.
Cui nemmeno le opposizioni, probabilmente poco avvertite giuridicamente si sono state contrarie. Un passaggio in Parlamento sarebbe stato doveroso, come avviene in Francia o in Spagna.
Ma tant’è
Nuovo mese, nuovo decreto, illustrato da un one man show televisivo dell’altra sera, dove Giuseppi si è prodigato ad autoincensare il suo operato.
Ed è incespicato nervosamente sui nuovi provvedimenti. Che sanno molto di vecchio.
Dal 4 maggio ci si potrà spostare con più facilità ?
Ad allargare le maglie dei movimenti consentiti all’interno del comune e della regione in cui ci si trova sarà la possibilità di far visita ai propri congiunti.
Un motivo che viene ricompreso tra quelli considerati necessari.
Il “caso congiunti”
L’espressione utilizzata dal Visconte nella conferenza stampa dello scorso 26 aprile per indicare le persone che è possibile andare a visitare, infatti, ha finito con il creare non poca confusione, tanto tra i cittadini quanto tra esperti legali.
Inizialmente si pensava che ci si riferisse solamente a genitori, fratelli, sorelle, nonni e zii, ma un chiarimento successivo di Palazzo Chigi ha allargato anche a compagni, fidanzati e “affetti stabili”.
Sorge ora il dubbio su come debbano essere indicati questi “affetti stabili” nell’autodichiarazione necessaria per allontanarsi da casa.
Nell’autocertificazione della cosiddetta Fase 2 si dovranno inserire i nomi dei famosi congiunti e affetti stabili oppure non sarà necessaria indicazione di alcun tipo?
Per motivi di privacy pare proprio di no, ma una risposta certa ancora non c’è, dal momento che né da Palazzo Chigi né dal Viminale sono note ufficiali chiarificatori.
Tutto ruota, ovviamente, attorno alla definizione di “congiunti”, non chiarita ufficialmente da Palazzo Chigi.
Secondo una dichiarazione del viceministro alla salute Sileri, nella lista finale potrebbero ad esempio essere inseriti anche gli amici, oltre a fidanzati e compagni.
A breve, però, dovrebbe essere pubblicata una FAQ esplicativa sul sito della Presidenza del Consiglio con chiarimenti su chi si potrà visitare a partire dai prossimi giorni .
La nuova autocertificazione
Sempre secondo alcune voci, in un primo tempo pareva non essere necessario cestinare il vecchio modulo di autocertificazione a favore di uno nuovo.
Stando a un articolo pubblicato ieri sul sito del Corriere della Sera, infatti, era intenzione dell’Esecutivo non introdurre una nuova autocertificazione, ma “adattare” le indicazioni operative al modello già in uso oggi.
Voci dal sen fuggite che non rispondevano al vero, visto che oggi sta già girando un nuovo modello.
Le voci di corridoio, ancora loro, che arrivano da Palazzo Chigi e dal Viminale sostengono che, in caso di visita ad amici o alla propria fidanzata, non sarà necessario indicarne le generalità.
Basterà barrare la casella delle “Visite a congiunti” anche senza motivi di urgenza e si dovrebbe passare il controllo delle forze dell’ordine senza rischiare una multa.
Si potranno così andare a trovare i figli, anche maggiorenni, i nonni, gli zii, il coniuge, i cugini e i loro figli
Via libera anche alle visite a cognati, suoceri, fratelli, sorelle , ma non solo, anche a fidanzati stabili coi quali prima della pandemia si aveva una convivenza o, in alternativa, una comunanza di vita e di affetti caratterizzata da una mutua assistenza materiale e morale.
Sarà sempre necessario portare con sé l’autocertificazione ed eventuali documenti utili, in assenza del documento sarà applicabile la sanzione amministrativa da 280 a 3.000 euro.
Anche quando le visite ai congiunti sono consentite occorrerà rispettare all’interno dell’abitazione le distanze di almeno un metro oltre a indossare le mascherine di protezione.
Tutte grida manzoniane senza possibilità di riscontro, a sancire il carattere di farsa che ormai rivestono i decreti di Conte.
Decreti che tutto il mondo ci copia
A sentire Giuseppi tutto il mondo starebbe tirando l’occhio dal banco vicino per copiare i suoi insulsi provvedimenti.
Anche quello sui congiunti, dove per giustificare il proprio diritto alla mobilità basterà dire che si fa visita ad un congiunt, non dovendo specificare nome e cognome per motivi di privacy.
Una consacrazione per i legami affettivi più disparati, di natura più ampia, a ricomprendere, fidanzati, più o meno dichiarati. Occasionali e fugaci amicizie “with benefits”, vero e proprio pilastro della vita emotiva e sentimentale dei millenials? Saranno parimenti riconosciute?
I trombamici saranno ricompresi in questa disposizione del Premier o verranno ricompresi in un decreto ad hoc nelle prossime settimane?
Difficile dirlo, la risposta si annida probabilmente nella chioma laccata e rileccata di Giuseppi.
Presto apparirà nuovamente a turbare le nostre cene e a dirci quanto è stato bravo, salvo poi lasciare alle “voci” i chiarimenti nei suoi provvedimenti illegittimi e sempre più oscuri e poco comprensibili.
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