In Libia a Tripoli una ventina di militari italiani giunti per un cambio del contingente presso l’ospedale da campo sono stati respinti, e negato loro lo sbarco.
”Sono senza visti di ingresso”, si son sentiti dire i soldati italiani dal capo della polizia aeroportuale.
Negato lo sbarco
Un Hercules C 130 decollato da Pisa, atterrato alle 17.30 del 30 Luglio aveva a bordo militari del Celio e Alpini della brigata Julia.
Sei miliari son potuti scendere, ma altri 17 sono dovuti tornare indietro.
A darne notizia il senatore Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in Commissione Esteri, che ha denunciato il gravissimo respingimento.
“La notizia ha dell’incredibile e dimostra che a livello internazionale il nostro Paese non conta più nulla. Mentre in Italia arrivano dalle stesse coste a ritmo sempre più serrato migliaia di clandestini che finiscono per finanziare i trafficanti di uomini, dalla Libia ci impongono di ritornare da dove siamo venuti” attacca Aimi, che preannuncia un’interrogazione parlamentare.
Il contingente
In Libia abbiamo 400 uomini, 142 veicoli, 2 mezzi aerei e una nave nel porto di Tripoli in appoggio alla Guardia costiera nel contrasto alle partenze dei gommoni verso l’Italia.
A Tripoli ci sono il gruppo di lavoro e la scorta del comandante della missione militare italiana Miasit, il Generale Maurizio Fronda.
Presenti anche gli operatori dei Carabinieri Paracadutisti del Tuscania a difesa dell’ambasciata, che sono autorizzati a portare le armi.
I nostri uomini del MIASIT, tra i quali c’è una squadra di guastatori paracadutisti, sono sul posto anche per bonificare dai tanti ordigni esplosivi la città di Tripoli e devono quindi operare nelle strade della città, contando sulla difesa dei libici.
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