Gradualità e proporzionalità. Queste sarebbero le caratteristiche della azione di governo di Conte.
Anzi di non-governo.
Da giorni slitta il nuovo Dpcm che dovrebbe essere finalmente licenziato in serata.
Figlio di tentennamenti e marce indietro, oltre a scaricabarile di responsabilità ai presidenti di regione, rei, a detta del governo, di dire la loro.
Gradualità e proporzionalità, per non prendere decisioni, o comunque rimandarle.
Il mantra di Conte va tradotto: incapacità di fare prevenzione.
Gradualità e proporzionalità
“I principi che muovono oggi l’azione del governo nel contenimento del contagio – ha asserito Conte – sono sempre gli stessi e sono quelli che ci hanno consentito di superare efficacemente la prima ondata della pandemia: massima precauzione, gradualità, adeguatezza e proporzionalità, nella prospettiva della prioritaria tutela della vita e della salute dei cittadini”.
Quest’ultima, ha ribadito il presidente del Consiglio, è “presupposto per il godimento di tutti gli altri diritti”.
Opinabile, visto che nella Costituzione, quella “più bella del mondo”, eguaglianza e libertà sono in posizione ben più precipua.
Solo pochi giorni fa, il Bis-Conte ha aggiunto, parlando davanti a circa 100 deputati, di aver “dimostrato che tutelare prioritariamente la salute consente di difendere meglio anche il tessuto produttivo” del Paese.
“Sarebbe stato infatti impossibile preservare la produzione e tutelare il tessuto economico, trascurando la salute dei cittadini”, ha sottolineato il premier.
Le nuove misure
Il premier Giuseppe Conte ha illustrato alla Camera le nuove misure in arrivo per il contenimento dei contagi, contenute nel nuovo Dpcm di stasera.
Le nuove misure prevedono la divisione delle Regioni in tre diverse fasce di rischio con restrizioni mirate e differenziate a seconda dei livelli di contagi nei territori
Conte ha spiegato “nel Dpcm indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive”.
L’inserimento di una Regione in una delle fasce avverrà “con un’ordinanza del ministro della Salute”
Questi scenari dovranno tener conto, ha spiegato il premier, dell’indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali.
Una fetta alla volta il premier damerino ci toglie dunquele libertà costituzionali fondamentali.
Lo fa come a Marzo quando diceva:”vi è concesso questo, non vi è concesso quest’altro”.
Una fetta alla volta, come un salame.
La tattica del salame
La tattica del salame è la politica più amata da dittatori e dalla sinistra in generale.
Poco alla volta si abitua i cittadini al volere liberticida del potente della nomenklatura di turno.
Szalàmitaktika, era una strategia politica originaria dell’Ungheria.
Il termine fu coniato negli anni ’40 da Zoltàn Pfeiffer, il capo del Partito dei Piccoli Proprietari ungherese, e usato per definire la presa di potere, fetta dopo fetta, da parte dei comunisti, grazie all’utilizzo di meschini stratagemmi.
Proprio fetta dopo fetta, il Partito comunista ingoiava i partiti più piccoli o li eliminava.
Matyas Rakosi, segretario generale ungherese del Partito Comunista, persisté nell’utilizzo di questo temine, e grazie a lui la tattica si diffuse anche nel resto d’Europa.
Si parla infatti di tactique du salami in Francia, salamy strategy in Gran Bretagna, taktyka salami in Polonia e appunto di tattica del salame in Italia.
Da mesi ormai anche Conte, ultimo in termini temporali, ha adottato tale tattica.
Fino all’ultima fetta.
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