Bannati da Facebook per una parolaccia.
E non per una bestemmia.
Questo è l’esito di un mio personale esperimento di oggi.
Ho voluto misurare la prontezza di risposta dei sistemi di vigilanza digitale della piattaforma più usata e conosciuta.
I risultati sono inquietanti
Gli algoritmi di Zuckerberg sono politicamente corretti ed orientati.
Lo sapevamo già ma ho voluto toccare con mano.
E ho preso una piccola bruciatura.
24 ore di ban. Niente di terribile.
Per adesso. Per adesso, ma ci prenderanno gusto?
Nessuna possibilità che qualcuno abbia segnalato: ho pochi amici su FB e tutte persone che conosco personalmente.
È proprio il sistema che ha reagito.
La bestemmia
Ho provato inserendo una frase contro la religione.
Una bestemmia basic.
La frase era: “sto facendo una prova. Porco D…”
Nessuna reazione.
Dopo tre ore il mio account era immacolato, nessun warning ne’ notifiche al mio riguardo.
Di Dio a FB non interessa. E l’Onnipotente evidentemente aveva altro da fare, o comunque un buon sense of humor.
Una frase volgare
Ho continuato con una frase goliardica e triviale.
“Sto facendo una prova. W la f…”.
Nessuna reazioni neppure in questo caso, a parte le reazioni di giubilo e plauso dei miei amici, e di risate divertite delle mie amiche.
Per fortuna ho per conoscenti donne intelligenti, scandalizzarsi non è per loro, e neppure impermalosirsi in nome di femminismi stantii.
Per le altre ci sono la Boldrini e le quote rosa.
La frase incriminata
A questo punto mi son voluto spingere oltre.
Ho voluto toccare i nervi scoperti del politically correct.
Al solito “sto facendo una prova” seguito da “fr..di m..”. Solo una prova nulla di più.
Una frase del tutto decontestualizzata.
Risultato: incitamento all’odio.
Fatevi un giro sui gruppi politici estremi. Poi mi direte se la mia frase vi indigna.
Cinque minuti esatti e l’account è stato bloccato.
Scenari inquietanti
Immaginate un regime dove l’intelligenza artificiale usi lo stesso metro di misura per valutare i nostri pensieri, le nostre esternazioni.
Immaginate che la sanzione non sia una sospensione da un Social network, ma un’incriminazione, uno stop all’uso dei metodi di pagamento, in un sistema che non prevede più contanti.
L’impossibilità di poter uscire di casa, la segnalazione della targa del nostro veicolo attraverso le telecamere, il divieto di accesso a luoghi pubblici o a vettori di trasporto.
Pensate sia fantascienza? Oppure che in quel regime potenzialmente ci siamo già dentro?
Le possibilità tecniche ormai vi sono, tutto sta nella volontà politica di volerle usare.
Domani scriverò: “i cambiamenti climatici non hanno origine antropica”.
Mi aspetto la psicopolizia sotto casa.
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