C’è da dire che sembrava vera, quasi concreta. Decisa a mantenere la barra del timone ben dritta e salda nonostante varie tempeste infuriassero nel mare europeo. Ma la May, da buona discendente dell’ammiraglio Nelson pareva riuscire a difendere con fermezza la Manica dall’invasore.
La Brexit è sacrosanta e si va vanti, contro tutto e tutti. E Bruxelles sembrava crederci o, per lo meno, dava l’impressione. Forse già da tempo immaginando che non sarebbero mai andati da nessuna parte questi simpatici inglesi. Troppo forti i poteri bancari e finanziari europei, per poterne fare a meno. Specialmente se sei una nazione che ha completamente abbandonato il comparto produttivo e basi quasi tutta l’interezza della tua ricchezza sugli strumenti finanziari. Sei destinato alla morte. E nemmeno troppo lenta.
E quindi la May ieri sera ha messo prima le quattro frecce e poi è addirittura tornata indietro, annunciando in parlamento l’annullamento del voto per la Brexit. La scelta era pressoché obbligata, infatti si era ritrovata sola: pure la maggioranza dei conservatori , dei suoi conservatori, l’aveva abbandonata mettendola in una minoranza insostenibile.
E adesso l’Inghilterra è veramente in una situazione drammatica: a piangere e supplicare chi veramente conta in Europa a ritornare amici come prima. Oggi infatti Theresa andrà a trovare la teutonica Angelona col capo cosparso di cenere. Così facendo cristallizza due posizioni in un colpo solo: che l’Inghilterra non riesce a sostenere la Brexit e che la Merkel è la vera e unica padrona dell’Europa.
Ogni rivoluzione, per essere efficace deve venire portata fino in fondo, magari facendo morti e feriti. L’Inghilterra invece ci ha solo provato ed ha avuto paura al momento decisivo. Adesso è nella peggiore posizione possibile. Vuole restare al ballo di gala, ma l’unico posto disponibile è quello della guardarobiera.