Nel circuito ATP sull’erba abbiamo alcuni tornei di cui il più importante è Wimbledon. Sicuramente anche il più importante torneo del mondo e quindi il più prestigioso.
Quindi ci dovremmo aspettare nel circuito ATP un bel numero di tornei su erba. Ma sono invece solo 7 per il circuito maschile, compreso Wimbledon, e 6 sono femminili per il circuito WTA. In tutto tra uomini e donne 13.
Iniziano sempre ai primi di giugno e si concludono con la finale di Wimbledon a metà luglio.
Variano dal nord Europa continentale, Germania, Olanda, Belgio, uno in Spagna per arrivare in Inghilterra. Stoccarda, Hertogenbosch, Halle, Majorca, Queen’s, Eastbourne e Wimbledon.
Chi vuole vincere Wimbledon gioca per allenarsi almeno uno di questi tornei. Chi prima chi dopo.
Lorenzo Musetti
Il nostro diplomando Lorenzo Musetti invece ha scelto, dato l’impedimento culturale dell’esame di Stato, di adattare un campo di calcio vicino a Sarzana, in Liguria, dove allenarsi per arrivare a Londra pronto. Righe tirate con gesso bianco, una rete nel mezzo e tanta passione per il nostro giovane tennista. In bocca al lupo per l’esame e per il futuro diploma linguistico.
Perché l’erba è così poco utilizzata per giocare tornei? Il motivo principale è che essendo una superficie vegetale, viva, si logora presto, tirando fuori la terra. Non quella rossa o verde dei tornei in terra rossa. Portando a dei rimbalzi mediamente più bassi, a rotazioni più difficili da addomesticare, via via che si giocano gli incontri, il campo diviene diciamo instabile. Una superficie dove i rimbalzi tendono via via nel tempo a diventare ingovernabili. Non è proprio neanche così. Però i tennisti dicono che data l’usura, i rimbalzi non sono regolari e quindi i vari “quindici” diventano un po’ troppo fortunosi a seconda che si prenda una zolla o una buchetta del terreno erboso.
Forse perché il tennis sulla terra è diverso? Sull’erba la palla scivola di più e rimbalza di meno. Il “serve and volley” la fa da padrone, e chi lo pratica ha più chances di vittoria. Batte, scende a rete, fa la volee, due colpi ed il punto è fatto. Cioè, bisogna essere giocatori come Musetti per giocarci bene. Non puoi arroccarti a fondo campo, devi variare, attaccare e chiudere di volee.
Per tennisti d’attacco
Quindi i tennisti da erba sono tennisti che mediamente giocano bene a rete oltre che da fondocampo. Oppure sono Djiokovic o Nadal ed allora vincono. Sull’erba di Wimbledon però non mancano certo le sorprese di outsider più o meno sconosciuti. Ricordo ancora la finale di Becker a 17 anni, che con il suo gioco serve and volley, vinse un torneo quasi inaspettatamente.
Non voglio scrivere di Wimbledon, perché avremo modo e tempo. Non voglio scrivere dei miei tennisti preferiti Pistol Pete Sampras e di The King Roger Federer.
Quello che è bello dei tornei inglesi, dei circoli inglesi, è che se sei in metro nel “tube”, scendi attraversi una strada e sei al Queen’s Club. Cioè la naturalezza che c’è in Inghilterra per certe cose è disarmante. Il mio Barbiere, l’amico Francis, un golfista, mi ha detto che ha accompagnato sua figlia al Queen’s per circa 5 anni, con ricordi del club meravigliosi quando abitava a Londra alcuni anni fa.
Tipo i campi da calcio londinesi. Tecnostrutture inserite nei quartieri dove trovi la gente a fare la spesa ed i tifosi di calcio per il quartiere. 7 sono le quadre di Londra di serie A per capirsi.
Quindi se vai al Queen’s in metro puoi trovarci pure campioni famosi che si spostano da una parte all’altra della città senza dare troppo nell’occhio. E’ un po’ il fascino della privacy inglese. Un sistema che non lascia spazio ai fronzoli o alle manie dei campioni, ma privilegia la sostanza ed il lavoro.
Berrettini e il Queen’s
E in questo Club quest’anno, domenica passata, Matteo Berrettini battendo il britannico Cameron Norrie, il nostro numero 8 in classifica ATP, ha vinto il torneo del Queen’s. Questo torneo, anticamera dello Slam londinese, è un ATP500 i cui vincitori, oltre al primo italiano della storia di questo anno Matteo Berretini, annovera i più grandi tennisti della storia con un pedigree spettacolare.
Se l’appetito vien mangiando, spero solo che il nostro Matteo non entri in conclave sul green di Londra come designato Papa.
Anche l’altro ATP500 di Halle dove giocava Federer, fuori al secondo turno con Aliassime, si è concluso ed è stato vinto da Humbert che ha battuto il russo Rublev.
Personalmente penso che il fascino di Wimbledon e dei tornei del Queen’s e di Eastbourne ti fanno fare un salto indietro nel tempo, facendoti assaporare il tennis come uno sport che ha origini antiche, profonde….. uno sport da vedere.
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