Grande atleta Marcell Jacobs, ma anche ottimo dribblatore di luoghi comuni e strumentalizzazioni.
Lui, che all’indomani della sua storica vittoria nei 100 metri, era stato elevato a simbolo dell’Italia multietnica e desiderosa dello ius soli.
Lui che italiano lo è per ius sanguinis, e figlio di un Militare statunitense, non di un immigrato.
Quando si è campioni, lo si è anche di coerenza, potremmo dire.
Ma Malago’ in primis, deve pur difendere la poltrona, e poi tutta la sinistra ius sola, più che soli, lo avevano arruolato a sua insaputa, nell’armata Brancaleone eco-gay- ius soli friendly.
Le dichiarazioni
Sempre lui ha fatto spallucce e, tornato in Italia, ha gentilmente declinato l’invito di fare parte di questa pagliacciata.
“Voglio essere giudicato in pista, non seguo la politica. Lo ius soli? Non mi interessa, non sono preparato, non voglio essere usato”.
In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio non le ha mandate a dire, con la onestà schiettezza di chi non si presta al gioco di altri, perché sa giocare e vincere con le sue forze.
Marcell Jacobs, nato nel 1994 a El Paso da madre italiana e padre texano, è arrivato in Italia da piccolissimo ed ha doppia cittadinanza: italiana e americana.
Interpellato sul tema dello ius soli risponde:
“Non mi interessa, non sono preparato. Non voglio essere usato” […] “Sono ignorante in materia, e francamente questa roba mi interessa il giusto” […] “Sono arrivato lunedì sera.
Ho letto nulla su questo argomento. Direi cose per accontentare o scontentare qualcuno. Faccio l’atleta. Voglio essere un simbolo per quello che faccio in pista”.
Non ha risparmiato bordate nemmeno ai cinque stelle e alla Raggi.
Sul ‘no’ di Virginia Raggi alle Olimpiadi del 2024 a Roma ha manifestato il suo rammarico.
“Un vero peccato. Dopo un’Olimpiade così sarebbe stato il top disputare la prossima a Roma. Mi è dispiaciuto. Tuttavia siamo carichissimi per Parigi. Ma so, e ho visto, che dietro a questo evento c’è una grande organizzazione”.
Vogliamo scommettere che da domani i media passeranno a qualche altro atleta multietnico olimpionico che sia più accondiscendente con le istanze della sinistra?
Comunque sia aver visto il luogocomunismo prendere una sportellata in faccia dall’uomo più veloce del mondo è un’ulteriore soddisfazione che Marcell ci ha regalato.
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