Continuiamo la nostra chiacchierata con Lorenzo Gioacchini, Presidente degli Hells Angels MC Milano, dove MC sta per Motorcycle Club.
Entrare a fare parte di un MC significa aver fatto un “percorso” difficile e lungo, una sorta di periodo di prova che mira soprattutto a saggiare la forza, la dedizione, la determinazione e la condivisione di un codice d’onore che è il patrimonio del Club e della fratellanza tra motociclisti.
Una crescita interiore e personale.
Lory 666, questa la sua firma, ha affrontato con i suoi fratelli di Club e di avventura un percorso per portare qualcosa che in Italia non c’era: la Patch con i colori ed il teschio alato degli Hells.
Un viaggio che non è stato facile, come tutte le conquiste, come tutto ciò che conta davvero.
Come avere al proprio fianco una persona che si ama davvero.
Ma sentiamo le sue parole.
Quali i ricordi del tuo “percorso” negli Hells che ti hanno più segnato e che puoi raccontare?
“L’inizio della strada per diventare Hells Angels è stato il momento più duro, perché il Club in Italia non c’era. Abbiamo dovuto stare sotto il Chapter di Zurigo, che era quello più vicino a noi, e quindi ogni weekend ci andavamo in moto per lavorare e imparare “cosa fosse un Hells Angels”.
Spesso e volentieri partivamo per viaggi in tutta Europa dove c’erano gli altri Chapter, per party o per funerali o eventi vari. Essendo giovani e Italiani di soldi ne avevamo davvero pochi e facevamo delle collette per fare partire almeno un paio di noi ogni settimana. Così per sette anni… questo modo di vivere mi ha segnato e lì ho imparato che solo se ci credi puoi arrivare dove vuoi. Le persone che sono partite con me sono ancora tutt’oggi membri degli Hells Angels e questo vuol dire che davvero era quello che volevamo.”
Come definiresti l’importanza di avere una compagna al tuo fianco, come Alessandra?
“Mi definisco una persona molto fortunata. Ci sono stati momenti in cui mia moglie e i miei figli si sono dovuti allontanare da casa perché qualche giornale aveva messo il mio indirizzo di casa a lettere cubitali nei titoli in prima pagina dopo i fatti di Verona, per una situazione che ogni weekend succede allo stadio. Lei mi ha cercato, nonostante avessimo i bambini piccoli, fino a che non ha saputo dov’ero. Per questo non smetterò mai di amarla e rispettarla, non si è mai tirata indietro in niente, non mi è mai venuta contro e questo ti fa capire che tipo di donna sono riuscito a trovare e ho al mio fianco.”
Come vi siete conosciuti?
“Sembra assurdo, ma nei primi tempi dei siti in Internet, lei aveva ordinato una canottiera da supporter e, abitando in Brianza, non era in grado di venirsela a prendere, così gliela portai io. Lei però era fidanzata, quindi ci si mandava solo qualche messaggio e niente di più. Poi non ci sentimmo più per qualche anno, finchè andai in Egitto con Budda per il nostro compleanno. Lì scoppiò la guerra e una sera mi arrivò un suo messaggio sul cellulare. Mi chiedeva se tutto andava bene, altrimenti mi sarebbe venuta a prendere…”
E questo effettivamente dimostra il carattere di una donna che poi è diventata tua moglie.
Portare gli Hells in Italia è stato il tuo sogno, ne parli autobiograficamente nei tuoi romanzi, ma ci sono stati momenti in cui hai temuto di non farcela o che ti sei interrogato se ne valesse la pena?
“Si, purtroppo ci sono stati dei momenti in cui ho pensato male, ma mai ho pensato che non ce l’avremmo fatta, perché eravamo convinti e, se non fossimo riusciti con le buone, l’avremmo fatto con le cattive. Quelli erano i colori che volevamo.”
E quando invece sei diventato consapevole di ciò che saresti stato, che hai detto ‘ce l’ho fatta’?
“Quando ci hanno dato i colori dopo sette anni di viaggi e fatiche mi sono detto soddisfatto: “Ce l’ho fatta”.
Da giovani siamo stati entrambi a quel concerto dei Guns N’ Roses a Milano. Per me la prima volta che scappavo di casa, che mi sentivo libero. Cosa significo’ per te fare la sicurezza a quel gruppo mitico?
“Per noi era normale, lo si faceva per tirare su i soldi per i viaggi, quindi facevamo sicurezza nei locali e ai concerti, ora è solo un bel ricordo, ma il nostro concerto era a Torino.”
Sette anni di viaggi e di vita, che Lorenzo racconta nei suoi libri, celandoli nella storia di un gruppo di amici e Fratelli di un Club Italiano che insegue i colori di un Club Internazionale che pare irraggiungibile, chiamato fantasiosamente Black Diamond.
Un concentrato di speranze, difficoltà e gioia incontenibile raccontati in uno stile asciutto e diretto. Ma anche libri che ripercorrono la storia dei Club e dei Bikers italiani in anni che ci paiono così lontani, ma lo sono solamente nell’involuzione che la nostra società sta subendo.
Chi volesse iniziare a capire questo mondo, può ordinarli sulla pagina Facebook di Lory666 o alla email lory666mi81@libero.it.
Noi ci diamo appuntamento tra qualche giorno per concludere il nostro incontro con Lory666.
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