Benetton stappa lo spumante e si prepara a festeggiare. L’accordo tra la famiglia e lo Stato per la cessione di Autostrade si è rivelato un grandissimo affare. Come racconta Il Fatto Quotidiano, che segue fin dall’inizio da vicinissimo la vicenda, il gruppo avrebbe dovuto essere punito per il crollo del ponte Morandi, costato la vita a 43 persone, ma invece di revocare la concessione, lo Stato se la compra a caro prezzo da Atlantia. “Indennizzi e manutenzioni li pagherà la Autostrade pubblica, spremendo, al solito, gli utenti. Con l’approvazione del Cipess avvenuta il 22 dicembre scorso, la vicenda Autostrade per l’Italia sembra definitivamente chiusa”.
Corte dei Conti
L’ultima speranza è riposta nella Corte dei Conti che avrà l’ultima parola. Se tutto dovesse andare come i Benetton sperano, una società posseduta per il 51% da CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e per il 49% dai fondi d’investimento Blackstone e Macquarie, acquisterà Aspi da Atlantia (controllata dai Benetton), valutandola ben 9,3 miliardi. L’accordo – prosegue Il Fatto – prevede che a fronte dei gravi inadempimenti che hanno portato al disastro del ponte Morandi, Aspi si assume oneri compensativi per 3,4 miliardi”.
A ben vedere però “sono tutti oneri che verranno sostenuti in futuro, per sconti tariffari e investimenti ancora da fare ma non remunerati in tariffa; tutti oneri quindi che peseranno sui bilanci di Autostrade dopo che sarà passata in carico ai nuovi azionisti (Cdp e soci) e non graveranno sulla gestione Atlantia”.
Atlantia
Si è forse voluto far credere all’opinione pubblica che il governo avesse “punito” i responsabili accollandogli un onere di 3,4 miliardi, ma in realtà Aspi sotto la gestione di Atlantia si è dovuta far carico solo di 580 milioni per la ricostruzione del ponte. Gli altri 3 miliardi circa arriveranno dalla nuova gestione con gli incassi di chi viaggia in autostrada. A pagare tutto questo, paradosso dei paradossi e beffa delle beffe, saranno proprio i cittadini italiani, compresi i familiari delle vittime. Questo scempio va fermato.
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