È venuta a mancare la scorsa notte, a 99 anni di età Maria Romana De Gasperi, figlia del primo presidente del Consiglio della Repubblica Italiana. Nonché dell’ultimo presidente del consiglio del Regno d’Italia.
Era nata a Trento, nella terra di suo padre. Lei da subito italiana, lui dapprima suddito asburgico. Infatti il grande statista trentino, prima della vittoria italiana nella grande guerra, era stato deputato alla dieta di Innsbruck. Successivamente parlamentare a Vienna per il Partito Popolare.
Lei prese parte attivamente alla resistenza, sicuramente motivata dal difficile rapporto con il regime di suo padre, che ne fu sempre un convinto oppositore. Laureatasi in lettere nell’immediato dopoguerra, fu la segretaria personale di De Gasperi. Vide con i suoi occhi il discorso alla conferenza di Parigi, con il quale l’illustre genitore cercava di riabilitare, pure ammettendo la sconfitta, l’Italia nel consesso delle grandi potenze. Profondamente impregnata dagli ideali del padre, fondò l’omonima associazione della quale presidente fu onorario.
La fondazione de Gasperi
Raccolse importanti documentazioni storiche e testimonianze sul lavoro del padre con vari libri a lui dedicati. Più volte sostenitrice degli ideali europeisti di Alcide De Gasperi portati avanti in quegli anni assieme al francese Robert Schuman, ed al tedesco Konrad Adenauer, nemici fino a poco, prima riuniti nel progetto di un edificio azione di un continente pacificato e politicamente ed economicamente unito.
Spesso sostenne la tesi che il vedere, poco prima della sua morte, nel 1954 sfumare l’idea di una difesa comune europea, che avrebbe ampiamente ridotto le prospettive del reiterarsi delle secolari conflittualità fra gli stati che compongono l’Europa, sia stato uno dei dolori più grandi della vita di suo padre.
Se ne è andata sessantotto anni dopo quei giorni e quell’uomo, quando il tema oggi è ancora di profonda attualità. Quando l’Europa si sta riarmando passando per i singoli stati, e non sviluppando prospettive di difesa europee. Probabilmente in morte Maria Romana, ripete il tragico destino del genitore, di aver visto ancora la lontananza da quell’importante sogno europeo a cui dedicò la vita.
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