Con il termine degrado definiamo il progressivo peggioramento di una struttura o di una situazione. Più lento o più veloce ma sempre un peggioramento. Molto spesso questo termine viene collegato ad un ambiente urbano sempre meno vivibile. Un ambiente non curato, sporcato, insicuro, poco piacevole. Di norma meno vivibile porta a meno vissuto e cosi via in una spirale senza fine verso il basso, con un distacco sempre maggiore tra uomo e ambiente degradato.
Il degrado è figlio della povertà e della delinquenza ma non solo. Il famoso esperimento delle “finestre rotte” degli anni ’60 dimostra che l’attenzione per le aree urbane, oltre che una cura è anche strumento educativo contro il degrado.
Dico questo perché, negli ultimi mesi attraverso spesso il parco delle Cascine. Giorno per giorno quindi metto sempre di più a fuoco il degrado che pervade più bel parco fiorentino, che dovrebbe essere un fiore all’occhiello della città.
Nel Web si trova una massa tale di notizie che, parlare del degrado delle Cascine, è come sparare sulla Croce Rossa. Basta fare un giro in rete per riempirsi gli occhi di cattive immagini. Basta entrare in un sito di viaggi per vedere che metà circa, poco meno, delle recensioni definiscono il parco sporco, degradato, insicuro, mal frequentato.
Prostitute e spacciatori
Sembrerebbe sempre la solita storia. Nel viale centrale le passeggiatrici anche al mattino. Intorno alla tranvia piccole greggi di disperati che cercano di venderti una dose. Ragazzi si avvicinano si stringono la mano platealmente e poi mano in tasca e si allontanano. Hanno scambiato.
Nei prati delle mini Woodstock rudimentali, ma con tanti rifiuti abbandonati nelle siepi e nei cespugli. Forze di polizia che “pettinano” continuamente il parco. Sembrerebbe non esserci più nulla da dire. Invece no al peggio non c’è mai fine c’è sempre qualcosa in più.
La struttura abbandonata da qualche anno dell’ippodromo delle Mulina dopo la sua dismissione è stata occupata abusivamente. Lo si nota dai rifiuti abbandonati in bella vista sui cornicioni. La ruggine, la struttura non curata, la vegetazione senza freno che dilaga fanno il resto. Ecco un altro monumento negativo alla gestione cittadina. Prendendo un caffè al chiosco di fronte qualcuno amaramente borbotta: ”Non c’era nessuna fretta di dismettere l’ippodromo e di azzerare l’attività ippica; faceva vivere la struttura e la teneva in piedi”.
Il degrado della popolazione
Ma il martedì si va ad un livello superiore. Si capisce che il degrado non è solo del parco. Il degrado e la povertà avanzano in tutta la città. Più o meno alle 14.00, mentre gli spazzini ripuliscono l’area del mercato nel vialone lungo l’Arno, sciami di donne piombano sui rifiuti degli ambulanti che siano scarpe borse accessori o abbigliamento. Ogni più piccolo rifiuto viene analizzato, valutato e conteso. Il magro bottino conquistato viene messo nella sportula come ai tempi del mercato nero nel dopoguerra e portato a casa.
In questi anni l’amministrazione ha investito molto contro il degrado ma a casaccio. E la montagna ha partorito il topolino. Agire solo sul versante delle repressione, concentrare forza di polizia sull’obbiettivo, non copre tutto l’orizzonte del problema Il degrado si rigenera anche attraverso l’incuria e l’abbandono. Migliorare la vivibilità delle Cascine è il secondo fronte contro il degrado. Attendiamo risposte dall’amministrazione.
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