Il 25 aprile del 1969, alle 19.00 circa, si verificarono a Milano due attentati che possono essere definiti la prova generale degli anni di piombo. Preludio dell’autunno caldo del 1969 e della strage di piazza Fontana.
La chiusura della Fiera Campionaria era fissata alle 19.30 con l’ammainabandiera, la banda dell’esercito e tutte le autorità presenti. Verso le 19.00 una bomba esplose nel padiglione Fiat e due ordigni esplosero nella Banca Nazionale delle Telecomunicazioni alla Stazione Centrale. Vi furono una ventina di feriti ma nessun morto.
Le bombe non destarono molto allarme. Anche perché in quel periodo era il terrorismo in Alto Adige a tenere alta la tensione con le sue bombe sui tralicci e sulle caserme dei Carabinieri. Gli attentati arrivavano dopo un periodo molto teso avviato dalla contestazione studentesca del 1968 e appesantito dalle lotte operaie all’inizio del 1969.
Il 25 aprile 1969, inoltre, si verificarono disordini in varie città italiane in occasione dei cortei per la Liberazione. A Venezia viene contestato il vice sindaco De Martino. A Brescia estremisti di destra vandalizzarono la sede dell’ANPI. Il corteo del 25 aprile di Milano fu disturbato da provocatori di estrema sinistra opportunamente contenuti dal servizio d’ordine dell’ANPI.
La Procura, nel 1969, affidò le indagini all’Ufficio Politico, oggi DIGOS, al dirigente Antonio ALLEGRA ed al vice Luigi Calabresi. Il commissario Calabresi guiderà poi le indagini sulla strage di Piazza Fontana e fu ingiustamente accusato della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Svolse anche le indagini sulla morte di Gian Giacomo Feltrinelli avvenuta mentre minava un traliccio. Calabresi fu ucciso il 17.05.1972, e per il suo omicidio furono condannati nel 1997 Leonardo Marino, Ovidio Bompressi, Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.
La polizia nei circoli anarchici e il modello greco
Il 26 aprile la Polizia entrò nei circoli anarchici milanesi già attenzionati per altri attentati avvenuti tra il 1967 ed il 1969 ed effettuò degli arresti. Le indagini, con qualche polemica ma sostenute da una forte campagna di informazione, portarono all’arresto di 15 appartenenti alla sinistra extra parlamentare.
Furono anche fermati esponenti delle SAM (Squadre Armate Mussolini) di estrema destra. Mentre Nelle sedi anarchiche veniva rinvenuto del materiale esplosivo, venivano indagati anche ambienti dell’estrema destra padovana frequentati da Franco Freda. La Questura quindi non escluse alcuna ipotesi investigativa.
Durante le indagini giunse alla stampa inglese un improbabile documento dell’intelligence greca del regime dei colonnelli. Il documento sostanzialmente ignorato dalla stampa italiana faceva riferimento diretto alle bombe milanesi. Recava notizie di presunte pressioni su esponenti dell’Arma dei Carabinieri per una sollevazione dei militari sul modello greco.
Dopo sette mesi alcuni arrestati saranno scagionati per insufficienza di prove. Altri arrestati saranno rinviati a giudizio e trattenuti in carcere fino al 1971. Saranno poi assolti per non aver commesso il fatto.
Glii arresti
L’inchiesta culminò tra il 1971 e il 1972 con le indagini sul gruppo padovano di ordine nuovo che portarono all’arresto di Franco Freda e Giovanni Ventura. Ai due veniva addebitata una serie di attentati tra cui quelli a Milano del 25 aprile 1969. Freda e Ventura rimarranno in carcere fino alla metà degli anni ’80.
Nel corso del 1969 le cose peggiorarono ancora pesantemente. All’inizio di agosto, tra l’otto ed il nove, saltarono otto treni, due bombe non esposero. Non vi furono morti. L’autunno caldo del 1969 portò ulteriori peggioramenti. Il diciannove novembre a Milano muore, a 22 anni, per mano dei manifestanti l’agente di Polizia Antonio Annarumma mentre fronteggiava una manifestazione per gli affitti. Fu colpito alla tempia da pezzo di tubo d’acciaio. Insieme a lui feriti 55 poliziotti e 5 carabinieri.
Mario Capanna leader del movimento studentesco partecipò al funerale dell’agente e fu salvato dal linciaggio dal commissario Calabresi. Il 27 novembre a Pisa muore a 22 anni durante gli scontri con la Polizia lo studente Giuseppe Pardini, colpito al petto da un candelotto lacrimogeno. Il 12 dicembre in fine a Roma scoppiano bombe alla BNL, al Vittoriano e in piazza Venezia, con 18 feriti.
A Milano all’interno della Banca Commerciale in piazza della Scala una bomba fu fatta saltare dagli artificieri. Più di tutto ci fu “La Strage”. Quella di Piazza Fontana con 17 morti. Che poteva essere anticipata alla Fiera il 25 aprile. Fu l’inizio di un girone dantesco che si concluderà negli anni ottanta con circa 400 morti e più di duemila feriti.
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