Non ci consideravano bianchi. Gli italiani di discriminazioni ne hanno subite tantissime. e tutt’ora siamo continuamente stereotipati come lavativi, incivili, addirittura mafiosi.
Eppur siam razzisti
Però per i fanatici dei salotti siamo un popolo di razzisti. fanatici e conservatori, restii a qualunque straniero. Addirittura xenofobi. Sullo Ius scholae non si può discutere. Domani se si aprirà bocca sullo Ius soli si verrà immediatamente denunciati al tribunale popolare del politicamente corretto. Con sentenza già emessa di linciaggio mediatico, privo di appello.
Dobbiamo scusarci della presunta colpa di essere stati colonialisti ed oppressori. Addirittura progenie di feroci schiavisti.
Probabilmente nei nostri più remoti antenati avremmo avuto in molti dei proprietari di schiavi. Ma la schiavitù dei romani non era legata alla razza. Bianchi e neri erano ugualmente schiavi. Dunque saremo sicuramente anche discendenti di schiavi. Allora di cosa dovremmo esattamente scusarci della metà dei nostri geni sugli altri.
Gli Wasp ci scansavano
White anglo-saxon and protestant, i veri americani. Gli oriundi. Quelli che consideravano noi italiani inferiori.
Cento anni fa un tale Jim Rollins, afroamericano dell’Alabama, venne condannato per violazione delle leggi sulla segregazione raziale. Nello specifico aveva compiuto miscegenation, ossia rapporti sessuali interraziali. lo accusavano di andare a letto con una donna bianca. brutto affare per quei tempi. Oggi sembra assurdo.
Ma il malcapitato Rollins ebbe la fortuna che la signora in questione si chiamasse Edith Labue, originaria della Sicilia. ed ecco che il giudice d’appello ribalta la sentenza sostenendo che essendo italiana non si può essere certi che sia una donna bianca.
Linciati a furor di popolo
A New Orleans nel 1891, alcuni italiani vennero assolti da una falsa accusa di omicidio verso il capo della polizia locale. Il processo si basava solo su pregiudizi e la giuria liberò gli imputati. ma fu tutto inutile perché nei giorni successivi furono impiccati da una folla inferocita insieme ad altri italiani, colpevoli solo di appartenere al nostro paese.
Il tutto con un bell’elogio di Theodore Roosevelt, che definì tale episodio, pur ammettendo che la folla si era sostituita alla giuria, come una cosa buona.
Stessa sorte toccata in Louisiana otto anni dopo a cinque sfortunati italiani, per una banale lite di pascolo. arrestati dalle autorità e linciati dalla folla.
Lasciamo stare Sacco e Vanzetti, riabilitati solo dopo oltre cinquant’anni.
Non solo in America
Gli italiani furono vittime di violenza anche in Francia. Famoso il massacro di undici lavoratori piemontesi ad Aigues-Mortes nel 1893.
Restando nel mondo francofono come dimenticare le pessime condizioni e la tragica sorte degli italiani periti nel disastro di Marcinelle. Gente a cui spesso era vietato persino entrare in un bar del posto, perché italiani.
Ma troppi sarebbero tali episodi.
Ci si fidi del nostro giudizio
Se un popolo ha sofferto la discriminazione, non può non avere sentimenti ad essa ostili. Noi non siamo razzisti come paese. Da sempre l’Italia è un paese di mare dove l’apertura e l’ osmosi in specie mediterranea con altre culture esiste.
Ma siamo conservatori. Attenti alla conservazione del nostro stile di vita, delle nostre tradizioni, dei costumi della nostra terra.
Questo non è un pregiudizio. È un diritto alla cautela, all’autoconservazione. L’Italia sa integrare, ma non vuole essere cancellata.
Le cautele e le riserve denotano saggezza non pregiudizio.
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