L’inconsistenza di Frau von der Leyen. Un’inconsistenza, che rispecchia l’inconsistenza di una costruzione artificiale. La presidente della Commissione europea, però ci mette del suo, per aggravare tale inconsistenza.
La falsa maggioranza Ursula
Sembra che ci possa essere veramente un governo europeo, quando si invoca questa presunta maggioranza Ursula. Che dovrebbe essere La panacea di ogni male dell’Europa.
Ossia una specie di accozzaglia eterogenea, che tiene insieme prezzi estremamente variegati di idee e formazioni tra loro spesso in conflitto nelle singole realtà nazionali. E con idee differenti sul futuro dell’Europa.
Una cordata composta da conservatori e progressisti, che vanno a braccetto, ma non bastano per un compromesso storico a livello europeo che regga alla prova dei numeri. E sono dunque costretti ad arruolare persino una parte degli euroscettici.
In Italia una maggioranza del genere sarebbe praticamente inoperante, inefficace, troverebbe un incidente parlamentare al giorno e si arenerebbe costantemente su piccole questioni, portando poco e niente a bilancio attivo come governo.
Contano gli stati
Poi comunque ritorna l’eterno problema dell’Europa. L’essere nata con una struttura bizantina e pressoché inadeguata a qualsiasi grande ambizione. Non si sfugge dal problema di fondo. Ossia che non c’è una vera e propria separazione tra quelle che sono le competenze della Federazione e quelle che sono le competenze degli Stati. Questi ultimi, se deboli subiscono , ma se minimamente resilienti, sono capaci di inibire alla Federazione diventare qualcosa di più importante.
Il caso Ungheria
Il caso ungherese è forse il più bel paradosso, di tutta la vicenda. Va bene che la signora Ursula non ha grande rilievo internazionale. Oltre ad andare a fare le passeggiate promettendo armi e aiuti, che non può dare direttamente, non ha altre potenzialità. In molti hanno perfettamente definito la comunità europea, come un grande gigante erbivoro. Non ha un esercito, non ha una politica estera comune e neanche una guida comune.
Ma sull’Ungheria l’atteggiamento ipocrita, supera qualsiasi limite. Praticamente il Parlamento Europeo definisce non democratico, un premier democraticamente eletto. L’arroganza di stabilire cosa sia democratico o cosa non sia democratico. Non in base alla volontà popolare, ma al personale punto di vista di pochi politicanti e burocrati.
E qui Ursula dimostra il peggio di sé e dell’Europa
L’Ungheria praticamente viene definita quasi come uno stato privo di una reale democrazia interna. Uno Stato membro dell’Unione viene ritenuto alla stregua di una dittatura? Uno stato dove si vota, non sarebbe però democrazia? Il passo successivo potrebbe essere arrogarsi il diritto, non sancito da alcuna regola, di commissariare l’Ungheria, magari con un governo esterno scelto da Bruxelles. Tendenza che comunque qualche farabutto continua a sponsorizzare. Oppure, espellere l’Ungheria dall’Unione. Ma equivarrebbe a darsi la zappa sui piedi.
Dalla signora Ursula von der Leyen, ci si aspetterebbe la difesa di un paese membro. O quantomeno il tentativo di mediazione. Non di esacerbare in maniera assurda uno scontro, che va solo a danno di una fragile unione mai pienamente realizzata.
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