SANA CHEEMA il preludio di un drammatico epilogo
Sana Cheema, la ragazza di origini pakistane cresciuta in Italia quest’ anno avrebbe compiuto trent’anni. Già, avrebbe compiuto se la sua sete di libertà e di indipendenza non fosse stata violata con crudeltà nell’ aprile del 2018.
Sana è una venticinquenne solare estroversa che vive a Brescia, è ben inserita nel contesto sociale, ha una compagnia di amici con cui condivide gioie e dolori tipici di quella età . Una bella ragazza moderna, forse troppo “trasgressiva” per la cultura così radicata dei familiari. Intrattiene una lunga relazione con un ragazzo pakistano anche lui abitante nella zona, storia che verrà interrotta soprattutto a causa dei genitori del giovane che ritenevano Sana non adatta al figlio in quanto considerata troppo ” occidentale e “ribelle”.
Si rende indipendente dal punto di vista economico, trovando lavoro come impiegata presso una scuola guida
La famiglia della ragazza osserva con disgusto questi atteggiamenti, poco consoni e come da usanze radicate vorrebbe per lei “combinare ” un matrimonio con un un uomo in Pakistan, ma Sana non ci sta, si oppone a questo triste ed obsoleto diktat di imposizione patriarcale. La sofferenza nell’ animo della ragazza viene quotidianamente esternata agli amici anche attraverso messaggi sui social network.
Nel gennaio 2018, la giovane scrive ad un amico che si recherà in Pakistan in occasione della nascita di una nipote nata dall’ unione della sorella, sposatasi forzatamente con un cugino di primo grado
Ed è proprio in Pakistan che avvenne la sparizione di Sana della quale vennero accusati il padre 54enne ed il fratello 35 enne in quanto spesso la ritorsione per atteggiamenti non tollerati delle figlie viene affidata ai componenti maschili della famiglia . Entrambi dopo innumerevoli versioni e contraddizioni non ammisero mai di aver fatto del male a Sana, dichiarando che la stessa sarebbe venuta a mancare a causa di improvviso e inaspettato problema di salute dovuto al fatto che si sarebbe lasciata morire rifiutando di alimentarsi.
In una più recente versione video, il fratello ammise che a seguito di un litigio e parolacce, quest’ ultimo colto dalla furia l’avrebbe uccisa strangolandola con uno straccio
Mimandone anche l’atto e scagionando così il padre che invece in una precedente dichiarazione risultava essere stato presente durante l’atto.
Il referto autoptico pakistano, una volta riesumato il corpo, in fase di indagini rileva ” morte per asfissia meccanica violenta da strangolamento”. Altri dubbi sorgono anche in merito alla sepoltura a quanto pare avvenuta celermente e di notte per occultarne le prove . Il padre però non ci sta e dichiara inaccettabile il presunto movente dell’ omicidio nell’ opposizione di Sana e che anzi non avrebbe avuto obiezioni qualora lei si fosse opposta alle nozze combinate.
Il decesso della figlia sentenziò, fu dovuto a ipertensione.
Ci sono troppi ingarbugli e inesattezze sul drammatico epilogo di questa giovane vita strappata così precocemente e del quale i due familiari sono stati assolti in Pakistan
Proprio per questi motivi nella primavera 2024 la Corte di Assise bresciana effettuerà una trasferta ad Islamabad per riascoltare testimoni, raccogliere nuove prove ed indizi e per poter finalmente svelare se la povera Sana venne brutalmente uccisa o perì di morte naturale.
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