La comunità ebraica e la comunità palestinese si confrontano. La Pace è ancora lontana
Due settimane. Due settimane sono passate dal 7 ottobre scorso, data in cui sono risuonate per la prima volta le sirene a Tel Aviv.
E’ l’inizio di un nuovo, terribile conflitto in Medioriente
Le notizie rimbalzano in tutte le agenzia dei stampa del mondo e sovrastano tutto, i ribelli in Africa, la guerra in Ucraina, gli scontri in Sud America. Tutto, nel mondo, è passato in secondo piano .
Dal 1947, data della risoluzione dell’ONU che ha portato alla creazione dello Stato di Israele, in poi tutte le generazioni hanno seguito con scoramento i racconti di storie di violenza in Medioriente, con conseguenze anche in altre parti del mondo come durante le Olimpiadi di Monaco, le ritorsioni dell’Intifada in ogni continente, le feste religiose. Niente sembra fermare il fiume di odio profondo, viscerale, dei popoli di quella terra martoriata, arida, desertica e per molti versi ostile alla vita, terra che invece dovrebbe celebrare la sacralità dei luoghi, che hanno visto solcare santi, profeti , uomini di fede e per chi lo crede, diretti figli di Dio.
Per capire quello che sta succedendo, siamo andati a intervistare a due personalità delle rispettive comunità in contrapposizione, Guido Guastalla è un fine conoscitore della cultura ebraica, elemento di spicco della comunità ebraica toscana. Ali Emad è invece vice presidente della comunità’ palestinese di Firenze e Toscana.
Abbiamo posto a loro cinque domande che dimostrano quanto siano diverse le posizioni ancora fra le due Comunità, quanto strada ancora ci sia prima di trovare accordi di pace. Quella pace che a gran voce in tutto il mondo viene richiesta.
1) In base alle sue fonti e a suoi collegamenti diretti in Medioriente, qual è la situazione ad oggi?
Guastalla – Ho molti parenti e amici in Israele. Molti di loro stanno piangendo uno o più morti nell’attacco del 7 ottobre. Siamo tutti drammaticamente ed emotivamente coinvolti. Chiaramente Israele sta preparando una risposta che cerchi di distruggere alla radice la possibilità di attacchi futuri. Per un paese così piccolo dal punto di vista territoriale, molto forte ma anche molto fragile, la sicurezza territoriale di fronte ad un nemico così agguerrito è fondamentale. Non si può scherzare, e gli ultimi fatti lo dimostrano. L’obiettivo , da un punto di vista anche religioso è l’annientamento come nella Shoah del popolo ebraico. L’Islam non vuol riconoscere agli ebrei lo status di popolo ma li considera una religione. Gli ebrei possono vivere nella Ummah islamica come protetti, cioè come infedeli protetti e che pagando la tassa possono non convertirsi all’Islam unica religione vera e universale, definitiva.
Ali Emad –Per quanto riguarda Gaza la situazione ad oggi è che abbiamo più di 6000 martiri, 15.000 feriti e più di 13.000 unità di abitazioni distrutte, per non parlare delle condizioni di tutte le infrastrutture che sono fuori servizio, tra cui 5 ospedali e più di 40 centri sanitari.
La situazione ad oggi è un bombardamento a terra bruciata, 24 ore su 24, senza tregua, ad oggi si ha quindi solo distruzione e morte, per via dei continui attacchi feroci dell’esercito di occupazione israeliana; tra le vittime si contano circa 2300 bambini e 1900 donne.In Cisgiordania la situazione non è tanto più tranquilla, dal 6 Ottobre si contano più di 110 martiri, la maggior parte di loro ammazzati dritti alla testa dall’esercito israeliano, e cosa ancor più grave parlando di diritti dell’uomo, è stato l’assassinio di due prigionieri politici, uno della zona di Ramallah e l’altro di Nablos.
In Cisgiordania tutte le strade sono state chiuse, le porte di metallo serrate, i passaggi tra città e villaggi palestinesi sono stati bloccati con grandi massi, in modo tale da rendere difficile anche la viabilità quotidiana dei cittadini.
2 )Che conseguenze può avere l’Europa da questa guerra?
Guastalla – L’obiettivo dei Fratelli musulmani e dell’Islam politico è la conquista del mondo e soprattutto dell’Occidente. L’ Occidente non se ne rende conto o fa finta di non rendersene conto. Dal 1973 ha venduto sé stesso all’Islam in cambio di petrolio! Se l’Europa non ne prende consapevolezza sarà un crollo come quello dell’Impero romano: Eurabia!
Ali Emad – Nonostante in Europa si sia sempre rispettato l’uomo e i suoi diritti, in particolare l ’Italia, che è un paese democratico, la cosa strana che è accaduta in queste settimane è a livello dei media, i quali non hanno presentato in maniera corretta gli avvenimenti.
Non si mostra tutta la verità, ma solo una parte, quella che dipinge noi palestinesi come gli oppressori e gli israeliani come gli oppressi. Non hanno mostrato la parte brutale e disumana che sta accadendo in queste settimane a Gaza, tutti i bombardamenti che hanno portato alla distruzione di famiglie intere, ritrovamenti di bambini e donne a pezzi.
I pochi civili sopravvissuti che si erano recati al supermercato per comprare la farina e si sono ritrovati morti o feriti per via di un ennesimo bombardamento, per non parlare dell’attacco della settimana scorsa all’ospedale cristiano di Gaza e alla chiesa cristiana, dove sono stati ammazzati 16 martiri cristiani dei nostri connazionali.
L’Europa non è che non vede, vede tutto questo e decide di cosa parlare, e parla delle morti di Hamas e degli ostaggi israeliani del 7 ottobre, non parla invece dei tanti ostaggi palestinesi, alcuni dei quali si trovano lì da più di mezzo secolo imprigionati. Secondo me quindi in Europa abbiamo una situazione governativa che va contro al pensiero del popolo; vediamo infatti tutti i giorni come in moltissime città europee si sono mossi cortei, presidi e manifestazioni, a dimostrazione di come i popoli europei siano contrari alle ferocità ed atrocità dell’esercito israeliano. Abbiamo visto invece come nell’ultima visita di stamattina del presidente francese Macron, invece di chiedere un cessate il fuoco immediato per motivi umani ovvero far entrare materie prime, medicine, cibo e diesel, si è preoccupato solo di dare il suo appoggio ad Israele. Questa è una chiara ed evidente dimostrazione di un comportamento pro -Israele
3) Ci possono essere spiragli di pace o almeno una mediazione fra le parti?
Guastalla – Ritengo che spiragli di pace ci possano essere se gli arabi ( il termine palestinese non vuol dire nulla, fu creato nel II secolo dall’imperatore Adriano quando cacciò definitivamente gran parte degli ebrei che continuavano a ribellarsi) accetteranno lo Stato di Israele. D’altra parte lo Stato nazionale di tipo europeo che è nato nei secoli successivamente alla fine dell’Impero romano ha una struttura politica concettuale specifica che non appartiene ad altre regioni del mondo. I popoli di origine diversa e fra questi gli arabi, hanno una struttura tribale (cosa che non è riduttiva o dispregiativa ), che sarebbe anche ebraica ( le dodici tribù discendenti da Giacobbe ) se gli ebrei non fossero in parte vissuti in Europa. Quindi una soluzione per gli arabi di Giudea e Samaria potrebbe essere quella di Emirati indipendenti ( Hebron, Jenin, Nablus, etc. ) magari confederati e senza continuità territoriale, in pace con Israele e senza un esercito con capacità offensive.
Ali Emad – Dopo tutti questi bombardamenti feroci, dopo tutte queste vittime, dopo tutta questa
distruzione, dopo tutti questi anni di occupazione dei nostri territori in Cisgiordania, riconosciuti dall’ ONU e dal consiglio di sicurezza, numero 242338, il quale ci dà il diritto di avere uno stato con Gerusalemme capitale, dopo tutti questi anni che gli israeliani non si sono mai mostrati interessati nell’applicare queste decisioni, purtroppo io non vedo una speranza di pace vicina. Soprattutto ora che gli Stati Uniti e gli altri alleati europei si sono schierati dalla parte dell’esercito israeliano, per cercare di avere una mediazione le cose da fare sono tante: la prima cosa da fare è finire l’occupazione dei nostri territori dopo 56 anni, poi devono togliere il muro dell’apartheid, e soprattutto garantire e riconoscere i diritti umani dei palestinesi, a questo punto possono sedersi ad un tavolo e cominciare ad avere la voglia e la decisione politica di trovare una vera pace. Non sono solo i diritti umani a non essere rispettati, ma nemmeno la legge internazionale e gli accordi di Ginevra. Per riuscire a realizzare tutto ciò è necessario che America ed Europa collaborino alla risoluzione della situazione insieme alle Nazioni Unite.
4) Come può essere gestita in futuro Gerusalemme?
Guastalla – Gerusalemme è l’unica città sacra per l’ebraismo. Gli arabi hanno la Mecca e Medina. Gerusalemme si è aggiunta dopo secondo una leggenda di Maometto trasportato dal suo cavallo in volo a Gerusalemme. Naturalmente Gerusalemme è il luogo dell’origine del Cristianesimo e della costruzione sul Monte del Tempio di una Mosche e della trasformazione di una basilica cristiana in moschea Al Aqsa : i diritti dell’Islam sono già riconosciuti e tali rimarranno, come quelli dei Cristiani nelle loro varie confessioni e comunità. Ma Gerusalemme rimarrà la capitale dello Stato ebraico. Israele non può rinunciare senza rinunciare a sé stessa. Dicono i testi:” Se io ti dimentico, o Gerusalemme….”. Gli ebrei per 2000 anni sono vissuti, pregando, ricordando e guardando verso Gerusalemme, il luogo del loro Santuario, distrutto nel 70 da Tito.
Ali Emad – Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro alla risoluzione del consiglio di sicurezza e alla decisione delle Nazioni Uniti, ovvero che Gerusalemme est è la capitale di uno stato indipendente palestinese che però rimane sotto all’autorità giordana e soprattutto il diritto di ogni fedele di poter esercitare la propria fede dove vuole. Noi come palestinesi non accetteremo nessun stato fuori da Gerusalemme est (come è stato deciso dalla comunità internazionale), infatti noi non vogliamo andare sopra la legge internazionale a differenza di come fa l’esercito israeliano. Quindi noi rispettiamo la decisione di come Gerusalemme viene gestita, vogliamo l’applicazione di queste decisioni.
5) I mass media in Italia sono obiettivi di fronte al conflitto?
Guastalla – Per quanto riguarda i Mass media italiani e mondiali basta ricordare quanto scrissero subito dopo che l’Ospedale fu colpito. Senza prove fu data la responsabilità a Israele e furono denunciate 500 vittime. Le vittime furono forse da 10 a 50 e la responsabilità sicuramente di Jihad islamica.
Bibi è stato il costruttore e l’artefice dello sviluppo e del miracolo tecnologico israeliano. Il socialismo dei kibbutzim è finito con l’era eroica della fondazione. Lo ha riconosciuto anche Israel Corrado De Benedetti nel suo libro sull’epopea dei kibbutzim “I sogni non passano in eredità”. Israele è diventato un paese moderno all’avanguardia della tecnologia, con molti squilibri tipici di tutto l’Occidente. I ricchi diventano sempre più ricchi, il ceto medio tende a scomparire, i poveri sempre più poveri, la vita molto cara, le case con prezzi proibitivi, etc. Questa è la grande sfida del futuro per un paese che fondato su un’etica, quella della Torah ha sempre avuto nella Giustizia e nella Misericordia i due pilastri fondamentali.
Ali Emad – Riguardo questa domanda la risposta è nel secondo quesito.
6) Ha qualcosa infine da aggiungere?
Guastalla – Da ultimo aggiungo che la polemica a Firenze fra la moglie di Carrai e l’ Imam Ezzedin Elzir dimostra che il clima non è dei migliori. Conosco bene Ezzedin, che viene da Hebron. È molto abile nella taqya, ciò la dissimulazione. Appartiene alla Fratellanza musulmana, movimento nato in Egitto nel 1928 che ha un progetto politico di affermazione dell’Islam nel mondo e nella instaurazione della Sharia cioè della legge islamica, che è il contrario dello stato di diritto occidentale e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Non è un caso che le Comunità islamiche non abbiano ancora firmato una Intesa con lo Stato italiano. A lui chiediamo chiarezza assoluta su questi temi di fondo della convivenza fra etnie diverse. E soprattutto una pratica e fedeltà ai valori della Costituzione
Una società multietnica è possibile nel rispetto reciproco, una civiltà multiculturale è una mistificazione che non può che preludere ad una confusione ed ad un conflitto futuro e permanente.
Ali Emad – Concludo dicendo che nessun essere umano al mondo può condannare la violenza subita in questi 75 anni di occupazione, tantomeno accettare tutti questi crimini fatti dall’esercito israeliano guidato da un governo di ministri di estrema destra. Noi vogliamo vivere in pace in un paese dove si ha la libertà di fare una vita normale, senza muri e checkpoint, vogliamo vivere una vita dove possiamo vivere con dignità e siamo stanchi di essere considerati cittadini di serie B. Vanno eliminati tutti gli insediamenti illegali presenti nei nostri territori e vanno rispettati i diritti dell’uomo e il diritto internazionale.
Leggi anche: Ragionevole durata del processo: prescrizione e improcedibilità come forme di elusione
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT