Javier Milei e le democrazie occidentali
“Le democrazie occidentali sono in pericolo”. E’ con questo incipit che il neo eletto presidente argentino Javier Milei ha esordito all’annuale meeting del World Economic Forum.
Accolto con calore alla kermesse, anche perché dopo la sua elezione l’Argentina ha cambiato rotta riguardo l’adesione ai Paesi BRICS, Milei mette in guarda i Paesi Occidentali nel continuare a favorire politiche collettivistiche.
La strada, avverte il Presidente, è stata però tracciata e il rischio cha dalle attuali democrazie si arrivi ad un prototipo vicino agli ideali socialisti è alto.
E con esso anche alla globale povertà dell’Occidente
L’ Argentina ne è una testimonianza. Fortissima economicamente nel periodo del liberismo di inizio ‘900, meta di immigrazione anche per le fasce italiane più misere, è precipitata progressivamente negli anni nell’oblio più profondo arrivando al 140esimo posto nel mondo per ricchezza individuale.
Per Milei il rischio è concreto
Prosegue nel suo pensiero, affermando che attualmente poche famiglie governano nel mondo. Chi intende entrare nel circuito dell’elite mondiale , è costretto a sottostare alle loro direttive. La libera imprenditoria viene così accantonata per un progetto collettivo che deve essere condiviso nel bene e nel male dai cittadini.
Il discorso di Milei è tutto incentrato sul capitalismo, che, lungi da essere la panacea economica, è per lui l’unica strada da perseguire per eliminare miseria e povertà. La sana economia nasce dall’individualismo che è base e fondamenta dell’autonomia imprenditoriale e di una maggiore redditività. Eticamente sarebbe più giusto proporre il collettivismo perché consente di essere tutti al “pari”.
Ma proprio questo eccesso di buonismo porta inevitabilmente ad appiattire il rendimento produttivo e dunque a non creare più ricchezza. Ricchezza che non si traduce solo in produttività industriale ma anche in ricerca, in sviluppo, in istruzione, in formazione.
L’Occidente, per il leader sudamericano, è in una spirale al ribasso che si dipana in un progetto complessivo globale, diventato ancor più evidente post pandemia Covid. Milei “urla “ contro qualsiasi intervento dello stato che comporti regolamentazioni stringenti e che alterino ed eliminino la libera imprenditoria.
E qui scatta la riflessione
Possiamo applicare le idee espresse dal Presidente argentino alla nostra realtà. Viene a tal proposito in mente le costrizioni quasi quotidiane a cui i cittadini sono costretti. Ad esempio, l’obbligo di acquistare nuove autovetture in quanto le auto diesel 5.0 non potranno più viaggiare nelle strade della città di Firenze. E chi non ha la possibilità di cambiare la macchina perché non ha soldi per la nuova autovettura? E’ costretto ad abbandonare l’idea di guidare, con ricadute personali nel lavoro e nella vita quotidiana.
Ed ancora
L’imprenditore che è obbligato ad adeguarsi a nuove tecnologie perché imposto dalle politiche ambientali. E se non ha la possibilità di intervenire finanziariamente? L’imprenditore è costretto o a chiudere oppure a svendere la propria attività, magari a quei gruppi elitari che sono al vertice.
Milei nel suo discorso non ha parlato quindi astrattamente di capitalismo e democrazia, ma ha colto nel segno una drammatica realtà. Il Presidente procede il proprio attacco affermando che l’occidente è entrata in una pericolosa via verso il socialismo “opaco”, offuscato da quelli che sono temi sociali, ambientali, e di “buono e equo governo”.
A livello musicale potremmo dire che è una musica in “decrescendo”
Per accettare quindi il nuovo corso, l’opinione pubblica viene costantemente martellata dai mass-media affinché questi temi vengano completamente accettati dalla massa. Eliminando così la possibilità di qualsiasi libero arbitrio o contestazione. E il fine ultimo è il comando. Così facendo le democrazie occidentali vanno a pezzi.
Milei conclude il suo discorso, invitando tutti i paesi occidentali a “riprendere la strada della ricchezza e della prosperità, sostenendo le attività imprenditoriali e sostenendo la proprietà privata”.
Solo in questa modo si potrà evitare, in un futuro neanche tanto lontano, la completa decadenza dell’Occidente a favore dei Paesi emergenti che di tutte queste regole “francamente se ne infischiano”. Per loro basta crescere. Basta progredire. Basta uscire dalla povertà e dalla miseria.
L’ Argentina non ha voluto fare parte dei Brics, dove nella maggior parte dei casi di democrazia non ne hanno neanche sentito parlare, ma la scelta di entrare fra le economie occidentale potrebbe anche non rivelarsi opportuna. Milei si è preso la responsabilità della scelta ma indirettamente al Forum ha chiesto “ viviamo ancora e per davvero in democrazia?”.
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