Il “trampolino” di Renzi per Mario Draghi
Sarà il luogo a lui congeniale, tanto denigrato dai suoi ex-alleati. Sarà l’aria frizzantina di Firenze a primavera.
Saranno le prossime elezioni di giugno che lo rendono carico di energia. Matteo Renzi la scorsa settimana alla Leopolda è stato un fiume in piena. Fiume di idee, di proclami, di slogan. I suoi fedelissimi sempre presenti al suo fianco per sostenerlo e aiutarlo.
I suoi detrattori invece sempre pronti a criticarlo
Renzi alla Leopolda convince. Peccato solo per quel suo carattere da “toscanaccio verace e irriverente” che lo penalizza, e pure parecchio.
Alla Leopolda per tre giorni si è respirata un’aria di politica. Discorsi giusti o errati, questo dipende dalle scelte personali di ciascuno di noi. Renzi si autoproclama l’unico uomo di “centro” in Italia e questo gli consente di entrare in ogni tavolo delle trattative di destra o di sinistra, ad ogni livello. Il suo campo si estende dal “larghissimo” con Conte fino all’alleanza con le varie compagini di destra, come è accaduto in Umbria. Una visione certamente non lineare, che però, a differenza di molti altri politici “centristi”, ha spesso una logica.
Ma soprattutto Renzi, alla Leopolda, parla di Europa
E richiama a gran voce, invocandolo più volte, Mario Draghi, necessario per rimettere in sesto un’Europa che per l’ex rottamatore non è per niente in salute.
Il bersaglio renziano è Ursula Von Der Leyen, teutonica presidente della Commissione europea dal 1° dicembre 2019, in precedenza ministro di vari dicasteri durante il cancellierato di Angela Merkel. Renzi ha criticato tutto l’operato di Ursula. Non sono piaciute le modalità con cui ha trattato con l’Ungheria di Orban. Non sono state ritenute opportune le politiche ecologistiche, troppo totalizzanti, che hanno penalizzato la filiera della manifattura del Nord Europa in primis, ma in generale di tutta l’UE. È stata fortemente criticata per le politiche sull’immigrazione, in quanto le risposte al problema sono state ritenute del tutto insufficienti.
Non piace la sua politica “guerrafondaia” nella vicina Ucraina
Non ha convinto la sua normativa, in netto ritardo, sulla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale. E soprattutto viene messa al bando a causa dei controversi accordi con le aziende farmaceutiche per la gestione dei vaccini durante l’emergenza Covid19.
Una serie di “no”, quindi, che arrivano sia da destra che da sinistra e che fanno dubitare di un suo secondo mandato, visto che da molti il suo periodo a capo della commissione UE è considerato “il peggiore degli ultimi anni”.
Diventa necessario allora ricercare un nuovo nominativo. E Renzi lancia Draghi, chiamato a ristabilire un equilibrio nella politica continentale, così come era stato chiamato dopo l’esecutivo di Conte. Da molti l’ex BCE è considerato “l’uomo giusto, al posto giusto e al momento giusto” per l’Europa. Draghi ha una visione politica europeista, è federalista, è autorevole, è competente in politica internazionale ed in economia. Due settimane fa Draghi aveva parlato ai politici europei per spronarli a mettere in campo le riforme, per consentire alla UE di affrontare le dure sfide future. E lo ha fatto in qualità di invitato alla riunione dei ministri dell’Economia e delle Finanze europei a Gand in Belgio.
Draghi ha fatto notare che l’Europa non riesce a stare al passo con gli altri Paesi del globo
Le manca totalmente la competitività, a causa dell’assenza di seri investimenti in campo industriale. Si pensa all’ambiente, che è altrettanto importante, e non si investe però nelle innovazioni tecnologiche. La competitività, ha affermato Draghi, è necessaria per il mantenimento del buon livello di welfare raggiunto, ma soprattutto per preservare i valori fondanti dell’Europa. Un discorso quasi da presidente UE.
Ma la Meloni appoggerà la candidatura di Draghi?
Al momento il Presidente del Consiglio non si è espressa a riguardo. Prosegue nel suo cammino dell’agenda Draghi. Sono buoni i risultati della messa a punto per quanto concerne il recupero dell’evasione fiscale. Per il resto tutto ancora tace.
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