Patrioti: da Alfieri alla Meloni, passando per Foscolo
Le questioni nazionali e internazionali che animano gli anni 2021 – 2024, non possono che far riflettere sulla funzione del concetto di “patria” nella contemporaneità.
Le vicende russo – ucraine e israelo – palestinesi sono intrise delle visioni che questi popoli danno alla nozione di “patria”
In Italia, per la prima volta nella sua storia, nel 2022 è salita al governo una forza conservatrice che è stata definita, dal suo stesso Presidente per prima e fin dalla sua nascita, un movimento di Patrioti.
Ma come e quando nasce l’idea italiana di Patria?
Il senso della Patria, e cioè quel sentimento di comune condivisione di una storia, di una lingua e di tradizioni civili e intellettuali che fa scaturire la volontà di tradurre in forma politica un’anima, un’individualità storica, linguistica, di tradizioni, di arte e di pensiero non si ravvisa ancora né nel Medioevo, quando i grandi intellettuali pensavano all’Italia come una nazione ma non ne concepivano ancora l’unità, né nel Cinquecento, quando i filosofi attribuivano all’Italia solo entità geografiche e organizzative, né nel Settecento, quando gli illuministi guardavano all’Italia come a un insieme di governi che cercavano di intraprendere delle relazioni diplomatiche.
È stato nel diciannovesimo secolo che la considerazione nazionale diventava prima passione e sentimento e poi una volontà che si manifesta prima di tutto sul piano morale con connotati quasi “divini”, sacri
Un primo nucleo di senso della Patria lo ha dipinto Alfieri, definendo la libertà dalla
tirannide come “divina, impareggiabile fiamma, che in pochi petti arde pura nella sua immensità”.
Ma è Foscolo che, fin dai banchi di scuola, se ancora non ne fossimo stati pervasi, ci ha insegnato cosa sia la Patria. E non una Patria dai colori pastello e dai contorni patinati, ma fatta di passioni, moralità e, a volte, anche di fallimenti, di distacchi dolorosi.
Se la “chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de’ versi che con Omero e Teocrito la celebravano” è stato il primo nido, paradiso perduto, del poeta, è Jacopo Ortis ad incarnare il modello intellettuale che il giovane Foscolo voleva regalare alle generazioni future: uno scrittore militante in una società in via di emancipazione finalizzata all’indipendenza di un popolo, del suo territorio e dei suoi sentimenti.
È stato lui il nostro precursore di un modello di integrità morale e di coerenza politica a cui ancora oggi si guarda con romantica ammirazione, in cui convivono passionalità, ironia, polemica, entusiasmo e purezza di ideali
È qui che il semplice “sentimento di nazione” diveniva volontà per l’avvenire
Prima di arrivare all’oggi, ricordo quello che Piero Calamandrei ha defintito come Patria, e cioè una dimensione che indica, qualcosa di «comune e di solidale che è più dentro», in ciascuno di noi. In questa descrizione si esalta per la prima volta lo spirito di comunione, di vicinanza e di solidarietà che accomuna coloro che si battono per la Patria; si tratta di un connotato che si contrappone in un certo senso alla concezione di Alfieri, che pensa al senso patriottico come a una volontà elitaria, di un gruppo ristretto di persone decisive nel processo di unificazione politica e morale dell’Italia.
Ora che un “partito di Patrioti” si trova a governare l’Italia, non si può fare a meno di ribadire che la parola “Patrioti” non è stata usata solo nel passato recente da parte della dirigenza del movimento, ma che in realtà risulta una delle sue parole-emblema, che esprime più di un sentimento, ma quella reale volontà che accomuna le persone e che si proietta verso il futuro.
Il recupero della parola Patria, precedentemente poco usata nell’Italia contemporanea sia tra le forze politiche moderate che tra quelle di sinistra, contribuisce a costituire un patrimonio lessicale caratterizzante, fin dalla sua origine, per quel partito che nasceva dalle ceneri della destra conservatrice italiana che per diversi anni non ha avuto un suo contenitore di idee e progetti capace di portare avanti le proprie istanze in sede parlamentare.
Se è vero quindi che la scelta delle parole fa parte di una strategia politica e comunicativa di un partito, non si può negare che la stessa esalti anche il legame con quel patrimonio letterario, culturale e filosofico che è alla base di ciascun movimento
Se quindi oggi la destra conservatrice italiana si definisce “Patriota” è perchè è figlia di quella polemica e purezza di ideali che fondano la volontà patriottica fin dal suo primo concepimento.
È figlia di Foscolo e di Jacopo Ortis, e di quella volontà che è nata con quelle lacrime ardenti versate sui banchi del liceo.
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