Quando anche una Liliana Segre può dire sciocchezze
Non posso che provare un grande rispetto per la signora Liliana Segre.
Ho un grande rispetto per lei, per la sua storia, per la sua tremenda esperienza come deportata nei lager nazisti e per ciò che ha sofferto.
Detto ciò, questo non le da’ il diritto inalienabile di piagnucolare sempre e comunque e disegnare scenari da “leggi di Norimberga” che non stanno ne’ in cielo ne’ in terra, solo perché qualche coglioncello e’ stato pizzicato mentre faceva il saluto romano o perche’ urlava “Sieg Heil”.
E aggiungo che il fatto che lei sia stata una perseguitata in quanto ebrea non le da’ il permesso di insinuare che il governo di destra potrebbe introdurre le leggi razziali 2.0 e costringerla a lasciare l’Italia in quanto ebrea.
E’ come se io affermassi che se la sinistra dovesse governare, potrei essere costretto a lasciare l’Italia perché potrebbero essere approvate leggi speciali contro chi e’ di destra.
Cazzate.
Oltretutto, se proprio devo dirla tutta, le più becere e violente manifestazioni di antisemitismo le vedo solo a sinistra, carissima signora Segre.
Quindi, casomai, e’ dalla sinistra che dovrebbe guardarsi e non dalla destra.
Concludo che anche dire sciocchezze e’ un diritto, per carità, ma sarebbe meglio non abusarne di questo diritto.
In questo caso la signora Segre ha detto una sciocchezza.
Può capitare.
Con tutto il rispetto.
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