Ho letto le stucchevoli e inutili esternazioni della senatrice Liliana Segre in merito alle deprecabili parole di alcuni poco intelligenti esponenti della gioventù di destra riguardo all’antisemitismo. Pochi, se Dio vuole, ragazzotti che inneggiano a qualcosa che non conoscono, riprese magistralmente dall’imboscata tesa dai giornalisti di Fanpage. Legittima, ovviamente.
Devo essere sincero: la vita della Segre, tutto deve essere stata fuorché semplice. Da non augurarla a nessuno. L’odio razziale è quanto di più schifoso possa esserci. E la storia, dai tempi degli antichi egizi, fino a Hitler, ha insegnato che la discriminazione di un popolo (specialmente se perpetuata nei secoli) è solo da condannare.
La Segre stia serena (per dirla con Renzi): non dovrà cambiare nazione. Si goda tranquillamente la sua vecchiaia con le ospitate televisive e gli articolo di giornale. E il suo lauto stipendio di Senatore della Repubblica a vita. Tutti noi condanniamo chi si schiera contro gli ebrei. Ma solo se di destra.
L’ipocrita silenzio su Hammas
Però, cara carissima Segre, come mai è subito partita lancia in resta contro quattro dementi di destra che, convinti di essere nel privato, hanno fatto una puttanata colossale e non ha detto una singola parola su Hammas?
Non ho sentito né letto in merito alle proteste contro Israele in numerose università italiane. Non ha declamato una singola condanna dello slogan ferocemente antisemita “Palestina libera dal fiume al mare”. Nemmeno un briciolo di indignazione nei confronti di quelle università che hanno interrotto la loro collaborazione con gli atenei israeliani.
Stesso silenzio anche dal neo sindaco di Firenze Funaro. Anche lei ha mantenuto un “rispettoso” mutismo in merito alla linea politica della sinistra palesemente contro la religione a cui appartiene.
Cominciate, voi intellettuali di sinistra, a rendervi conto che il vero, potente e violento antisemitismo, non è più una prerogativa di destra, ma appartiene in maniera magistrale a quella sinistra a cui tanto vi aggrappate in nome della libertà.
Non saranno di certo quattro ragazzini di FdI a farvi lasciare l’Italia. Ma possiamo dire lo stesso di Hamas?
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