Le religioni della politica
Breve analisi su come il novecento (e non solo) sia stato il secolo delle religioni politiche.
Riceviamo e pubblichiamo l’articolo del Dottor Mario Galli:
Ho letto l’articolo di Francesco Petrone, Un ripensamento del Novecento, in cui l’autore enuclea alcune considerazioni sulle religioni della politica analizzate, tra gli altri, da storici illustri come Emilio Gentile e Georges Mosse, nell’Europa dei primi del ‘900.
Secondo l’autore: “[gli storici] Infatti attribuiscono quasi esclusivamente ai fascismi aspetti che non sono certo nati col fascismo. Il nostro Risorgimento, infatti, nasce dalle idee della Rivoluzione che ogni soldato di Napoleone portava con sé”.
Questo è vero. Dagli anni ‘20 dell’ottocento le idee rivoluzionarie francesi si sono diffuse in Europa attraverso i soldati francesi che entravano direttamente in contatto con i soldati delle nazioni occupate e che venivano cooptati nel grande esercito napoleonico. Ma quelle idee hanno influenzato il successivo Risorgimento, non già l’avvento del Fascismo (o dei fascismi), tanto meno l’instaurarsi di una religione politica che sostenesse la struttura dello stato fascista. La benedizione dei gagliardetti fascisti con cerimonie laiche, la contrapposizione tra Azione Cattolica e gioventù fascista, non sono frutto del Risorgimento, semmai della volontà del regime di diventare egli stesso religione di stato, in contrapposizione a quella cattolica.
Ma andiamo avanti nell’analisi
Ogni persona di cultura si rese conto, che ancor prima di unificare la Nazione andava creata una coscienza nazionale tramite la cultura e occorreva trovare motivi di aggregazione anche psicologici. I miti fondatori, in epoca di forte declino come quella attuale, vengono scambiati per vuota retorica non essendo più percepite emotivamente determinate emozioni condivise. Tra questi miti fondatori, in Italia, possiamo annoverare il culto di Roma.
Il culto di Roma non fu cercato per unificare la nazione, ma sempre ed esclusivamente per dare lustro e grandezza all’Italia nel consesso delle nazioni. Basti guardare le tavole marmoree che fanno ancora mostra di sé lungo via dei Fori Imperiali a raffigurare l’espansione di Roma. L’ultima tavola, la quarta, rimossa dopo la caduta del regime, mostrava “l’Impero” fascista con Libia, Africa Orientale e Albania.
Anche gli innumerevoli monumenti ai caduti che costellano ogni borgo, non rappresentano certo quella religione laica di cui parlano gli storici a proposito del fascismo
I monumenti ai caduti sorsero solo ed esclusivamente a seguito della prima guerra mondiale. Non ve ne furono prima. Fu un culto della guerra stesso: si pensava che la guerra fosse rigeneratrice dei popoli.
In poche parole il fascismo, così come il nazismo, cercò di diventare, da regime autoritario a regime totalitario. Il nazismo vi riuscì, il fascismo no perché in Italia, la forte caratterizzazione cattolica e vaticana, unita alla forte caratterizzazione monarchica, ne impedivano un rapido e crescente sviluppo. Per il regime fascista si sarebbe dovuti arrivare ad essere fascisti ancor prima che italiani e cristiani. Il fascismo pretendeva l’educazione esclusiva dei giovani (sabato fascista, opera nazionale maternità e infanzia).
Le religioni politiche sono sempre esistite (ed esistono tutt’ora?) per dare giustificazione all’agire politico in determinate epoche storiche.