SCUOLA “CIFRA” DI VERA LIBERTÀ, CON BUONA PACE DI SCHLEIN…
QUEI TIC IDEOLOGICI DURI A MORIRE
In questi mesi, Elly Schlein sta producendo tutto il possibile repertorio di ubiquità, onniscienza e, soprattutto, demagogia.
La vediamo dappertutto, dalle Alpi alla Sicilia, tra redivive feste dell’Unità e talk show di ogni tipo (amici e non…), presidi sindacali e gay pride, passeggiate “verdi” e full immersion in quelle confort zone elettorali per il PD che sono le ZTL delle grandi città. Dunque un eccentrico cocktail tra Fregoli, Peter Pan e Pico della Mirandola
Ora che sta per iniziare la scuola, la sveglia dei suoi guru suona la campanella per le interviste mirate su questo tema del giorno.
A parte la facile retorica e demagogia che non costa nulla a chi parla, ma molto a chi deve governare con raziocinio, costruita su slogan scontati (libri gratis per tutti, aumento stipendi degli insegnanti, incremento esponenziale per gli investimenti nel comparto scuola…), la segretaria del PD, qua e là, come se fosse un tic, si lascia andare a qualche riflesso condizionato, che rivela la natura ideologia dell’approccio della sinistra al tema.
È il caso dell’ultima intervista che ha rilasciato, in cui, insieme a tutto l’armamentario visto sopra, esalta una visione nazionale dell’istruzione e il ruolo centrale dello Stato nel garantire pari opportunità a tutti gli studenti.
LA SCUOLA NON SIA EMANAZIONE DELLO STATO
Nella nostra visione personalista e comunitaria, che nasce dalla vigorosa radice sturziana, la scuola non è emanazione dello Stato, ma naturale prosecuzione del primato educativo della famiglia.
Non è dunque un fatto dirigistico di rigida programmazione politica, come concepito dalla Schlein e, qui da noi, da chi governa da sempre la nostra regione.
Ma c’è un altro errore, che contraddice la storia lenta ma inesorabile (con buona pace dei signori e della signore della sinistra) verso cui procede la scuola italiana, anche grazie alla solidità di principi ed azioni concrete di alcune regioni italiane. Un solo esempio, illuminante per filosofia e prassi politica, lo prendiamo dalla Regione Veneto, protagonista di una politica scolastica da 10 e lode
”Le politiche regionali si informano ai principi della centralità della persona, della funzione educativa della famiglia, della libertà di scelta dei percorsi educativi, della pari opportunità di accesso ai percorsi, nonché ai principi della libertà di insegnamento, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative e della parità dei soggetti pubblici e privati accreditati erogatori di servizi, della valorizzazione del capitale umano in funzione della competitività del sistema economico e sociale veneto” (Legge Regionale n. 8 del 31 Marzo 2017, art. 2).
Per noi la vera cifra di libertà di una regione e dello Stato è la libertà scolastica e di educazione.
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