Iran. Quale sarà il destino della giovane studentessa?
“E per tutti i ragazzi e le ragazze
Che difendono un libro, un libro vero
Così belli a gridare nelle piazze
Perché stanno uccidendo il pensiero” (R. Vecchioni).
Sono ore di ansia per la giovane studentessa iraniana Ahoo Daryaei brutalmente arrestata e malmenata dalla polizia per aver indossato in maniera non corretta l’hijab , il velo islamico obbligatorio.
La ragazza in maniera tenace e come forma di protesta, è rimasta in reggiseno e slip, capelli sciolti sulle spalle tra gli sguardi impressionati e sbigottiti dei colleghi del Campus che hanno registrato quanto accaduto attraverso dei video filmati con i loro smartphone.
Da quanto emerge sarebbe stata caricata a forza su un’ auto e portata via senza sapere dove al momento si trovi
Cresce il timore che la giovane studentessa possa diventare un’ altra vittima come il caso di Arezou Badri, finita in coma a luglio dopo essere stata raggiunta in auto da colpi di proiettili per non aver indossato correttamente il velo.
È un gesto eroico e di ribellione questo avvenuto all’ Università di Teheran.
Il diritto delle donne di scegliere se indossare o meno il velo però purtroppo come già accaduto in precedenti casi può portare ad essere emarginate dalla propria comunità, subire forti pressioni da parte dei familiari e addirittura in casi estremi ma non troppo rari alla morte.
Le autorità iraniane nel tentativo di infangare la donna, avrebbero diffuso la notizia secondo cui la studentessa soffrirebbe di gravi disturbi mentali a spiegazione del gesto compiuto per mettere a tacere i dissidenti
Si auspica che presto si possa fare luce su questa drammatica vicenda e che Ahoo Daryaci possa tornare in libertà e viva, in quanto è corretto rispettare la diversità culturale, ma allo stesso tempo garantire che queste norme non limitino la libertà fondamentali delle donne.
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