OLTRE LE APPARENZE NELL’INETTITUDINE POLITICO-INTERNAZIONALE EUROPEA
Ecco in breve lo Stato attuale del Risiko mondiale:
La Russia, in difficoltà nel proseguire la guerra contro l’Ucraina, sta ricorrendo sempre più all’arruolamento di mercenari stranieri. Secondo un’inchiesta del Financial Times, centinaia, forse migliaia, di yemeniti sono stati portati in Russia con false promesse di lavoro e cittadinanza, per poi essere arruolati e inviati al fronte. Questi uomini sarebbero stati reclutati tramite una rete legata agli Houthi, il movimento ribelle filo-iraniano che controlla parte dello Yemen.
L’impiego di contingenti stranieri non si limita agli yemeniti. Circa 12.000 soldati nordcoreani, secondo alcune fonti, stanno sostenendo l’esercito russo, ai quali si aggiungono mercenari provenienti da India e Nepal
Questa strategia riflette la crescente necessità di Mosca di rinforzare le proprie truppe, a fronte del supporto militare occidentale ricevuto da Kiev, almeno fino ad oggi. Aiuto che, con l’insediamento alla Casa Bianca del neo-eletto Trump, potrebbe a breve venire meno o essere drasticamente ridotto.
È bene rammentare che gli Houthi, attori chiave in Yemen, sono un movimento armato alleato dell’Iran, ma non semplici pedine di Teheran. La loro storia politica e militare è caratterizzata da un’agenda autonoma, seppur convergente con l’Iran su temi come l’opposizione agli Stati Uniti e a Israele
Tuttavia, il coinvolgimento indiretto di questo gruppo nel conflitto ucraino, tramite il reclutamento di yemeniti, evidenzia come il loro raggio d’azione si stia ampliando, intrecciandosi con dinamiche geopolitiche globali.
L’uso di mercenari stranieri solleva interrogativi etici e giuridici, oltre a sottolineare l’impatto globale di una guerra che continua a destabilizzare equilibri regionali e internazionali.
Questo conflitto sembra diventare una guerra globale asimmetrica.
Sul suolo ucraino, con ingenti perdite giornaliere, un’armata Brancaleone filo-russa va al macello ogni giorno contro una fortezza invisibile sostenuta da USA e Europa.
Ma quanto potranno resistere?
In questo quadro, mentre l’Europa ai confini orientali si appresta a rimanere sola a resistere alle nuove orde barbariche putiniane, in Medio Oriente un comune nemico cerca di destabilizzare e compromettere gli equilibri faticosamente raggiunti, paradossalmente, con la precedente amministrazione Trump e gli accordi di Doha.
Infatti, emerge la notizia dell’assassinio di un rabbino negli Emirati
Il rabbino israeliano, ucciso negli Emirati, lavorava da diverso tempo ad Abu Dhabi e non si avevano più sue notizie da giovedì. Ci sono ancora molti punti da chiarire sul caso. È stato ritrovato negli Emirati Arabi Uniti; l’uccisione è stata dichiarata come un “crimine terroristico antisemita, codardo e spregevole”.
“Lo Stato di Israele non si fermerà né resterà in silenzio finché i responsabili di questo atto criminale non pagheranno per le loro azioni.”
Il rabbino Kogan, come scrive anche il Times of Israel, si trovava ad Abu Dhabi da quando Israele ha normalizzato i legami con gli Emirati Arabi Uniti, cioè dalla fine del 2020
L’uccisione del rabbino arriva dopo i bombardamenti israeliani degli ultimi giorni in Siria, effettuati – a detta di Israele – allo scopo di colpire la logistica dei rifornimenti di armi in Libano provenienti dall’Iran.
In questo complesso quadro internazionale, che alla maggior parte dei cittadini europei sfugge più per disinteresse effettivo che per la reale complessità, la politica europea sta timidamente prendendo coscienza dei propri interessi, non solo economici, ma anche militari
Politica alla quale sino ad oggi è sfuggito che nell’ attuale assetto geopolitico, gli interessi economici a livello internazionale non possono prescindere da quelli militari.
Infatti, è chiaro anche ai più cinici che Vladimir ha invaso la Crimea non certo per liberare l’ ucraina dai nazisti e ormai nessuno crede più alla neanche alla favola della provocazione dell’Occidente nei confronti dello Zar Putin, che è chiaramente un despota criminale
È chiaro che, nel caso dell’Ucraina, l’invasione russa (perché di questo si è trattato) non può essere giustificata. Tuttavia, la guerra è dura da sostenere, sia per motivi economici che umanitari. È evidente, però, che nessuna delle due parti può sopraffare l’altra.
Ecco perché il tempo delle indecisioni e delle iniziative nazionali rischia di trasformarsi nella sconfitta definitiva, prima che militare, di un’Unione bizantina impreparata a resistere ai nuovi assenti geopolitici
Un’UE che appare come una tigre di carta tra belve feroci dove la Cina apparentemente sopita potrebbe entrare nel gioco in ogni momento complicando ulteriormente il quadro invadendo Taiwan.
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