Così parlò Avvenire
I sonni turbati di Meloni e Schlein
In un articolo del 20 Dicembre, Avvenire,quotidiano sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana, torna sul tema del “centro cattolico”, a firma di Marco Iasevoli.
Se ci viene permesso riassumere, potremmo scrivere così: cronaca delle fibrillazioni del bipolarismo all’italiana ogni volta che si inizia a parlare di una “casa” per i cristiani impegnati, di un eventuale “centro” o comunque di un maggiore protagonismo dei laici credenti.
Avvenire evoca questo “centro” come fantasma che turba i sonni delle due leader degli schieramenti italici contrapposti: Meloni e Schlein.
Quel terzaforzismo duro a morire
È forse il ritorno del progetto/mito/utopia di un “terzaforzismo” dei cattolici italiani?
Il passaggio finale del citato articolo sembra dare corpo a questa ipotesi, visto che si scrive:
“…va registrato che il quadro politico e istituzionale nazionale, benché ampiamente polarizzato, risulti ancora molto sensibile, e reattivo, quando si innesta un dibattito su una possibile presenza di ispirazione cristiana, benché non confessionale. E questo dato, questo elemento di interesse, curiosità e persino preoccupazione non dovrebbe essere trascurato”.
Premesso che non appartiene alle nostre corde fare l’esegesi di quanto scritto dall’autorevole quotidiano, ci pare invece legittimo interrogarci ad alta voce.
Eppur si muove!
Prima domanda: questa posizione è una semplice seppure autorevole posizione giornalistica o rivela in controluce un palese movimento dietro le quinte dei Vescovi italiani?
Seconda domanda: visto che, per quanto si legge, la “preoccupazione” supera la “curiosità”, si tratta forse della pre – ufficializzazione da parte dei Vescovi Italiani di una nota di sfratto al bipolarismo italiano?
Ultimo quesito: se così fosse interpretabile, si va verso il superamento finale di quello che potremmo definire il “veto” alla ricostruzione del partito unico dei cattolici, sebbene (come sottolinea l’articolo) non confessionale?
Non ci sembrano quesiti di poco conto. Di sicuro è sufficiente per affermare con Galileo: “Eppur si muove”!
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