La sicurezza urbana tra ordine, legalità e controllo sociale
La sicurezza urbana è uno dei temi centrali del dibattito politico contemporaneo, specialmente in un contesto in cui le città, soprattutto quelle di grandi dimensioni, sono sempre più soggette a fenomeni di criminalità, degrado e percezione di insicurezza da parte dei cittadini.
In questo contesto si è sviluppata una visione della sicurezza che si distingue per una forte enfasi sull’ordine, la legalità e il controllo sociale, proponendo soluzioni che privilegiano l’uso delle forze dell’ordine, la deterrenza penale e politiche di tolleranza zero verso il crimine, ritenendo la sicurezza come un valore fondamentale
La sicurezza urbana è, prima di tutto, una questione di ordine e protezione dei cittadini. In un mondo che sembra sempre più vulnerabile a minacce esterne (terrorismo, immigrazione illegale) e interne (criminalità, spaccio, violenza nelle periferie), è fondamentale rafforzare il controllo del territorio per garantire il diritto alla tranquillità e alla protezione delle persone perché una città sicura è una città che attrae investimenti, promuove l’integrazione sociale e favorisce la qualità della vita.
Uno degli aspetti distintivi della sicurezza urbana è l’approccio della “tolleranza zero”, che prevede una risposta severa e intransigente alla criminalità
Tale concetto, coniato negli Stati Uniti negli anni ’90 sotto l’amministrazione di Rudolph Giuliani a New York, è stato adottato anche in molte città italiane come una risposta alle preoccupazioni per il crimine diffuso, soprattutto nelle periferie urbane. L’idea di fondo è che la legge debba essere applicata in maniera rigorosa e senza eccezioni. Questo significa una netta repressione delle infrazioni minori (come atti di vandalismo, spaccio di droga, abuso di alcol nei luoghi pubblici) per prevenire il verificarsi di crimini più gravi.
Il concetto cui ci si ispira è che “se non tolleri i crimini minori, eviti che i crimini più gravi prendano piede”
In tal modo, si intende creare un deterrente forte per chi commette reati, ma anche per chi, pur non commettendo crimini, vive in condizioni di degrado che favoriscono il crimine stesso.
Un altro elemento chiave della sicurezza urbana è il rafforzamento delle forze dell’ordine, considerate come l’elemento centrale nella lotta alla criminalità.
Questo tipo di politiche prevedono la presenza di più agenti sul territorio, l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la sorveglianza delle aree urbane (come telecamere di sicurezza e sistemi di rilevamento automatizzato delle targhe) e l’implementazione di misure che garantiscano una risposta rapida ed efficace alle emergenze.
Inoltre, sostenere l’uso di politiche di “sicurezza partecipata” o di “sicurezza integrata”, in cui anche i cittadini sono chiamati a collaborare con le forze dell’ordine nella sorveglianza dei quartieri, si deve tradurre anche in iniziative di “vicinato attivo” e in un rafforzamento del controllo sociale attraverso le istituzioni locali e provinciali che, nelle sedi proprie, devono prevedere “piani per la sicurezza” che coinvolgano pure figure, come la vigilanza privata, ritenute soggetti attivi della cosiddetta “sicurezza sussidiaria”
Tutto quando sin qui detto, dunque, è oggettivamente parte integrante di quelle politiche finalizzate a promuovere e garantire il “bene comune”, e dovrebbero caratterizzare l’azione di tutti coloro i quali hanno a cuore il bene e la sicurezza dei cittadini.
Detta visione della sicurezza pubblica, o urbana come si dice oggi – a torto definita di ” destra” a causa di prese di posizione ideologicamente miopi – implica l’idea che una città sicura non si costruisca solo con la polizia, ma anche con politiche che favoriscano la coesione sociale, il recupero delle aree degradate, la creazione di spazi pubblici di qualità, l’inclusione dei cittadini più vulnerabili, la riqualificazione delle periferie, l’incremento della presenza di attività commerciali e culturali nei quartieri più poveri e la promozione della responsabilità civica: interventi, questi, che, seppur inseriti in una logica di “prevenzione”, aiutano a ridurre il crimine, aumentano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e migliorano la qualità della vita urbana.
In sintesi, la proposta di una sicurezza “a tutto tondo”, che integri il controllo sociale con la promozione del bene comune, rappresenta uno dei tratti distintivi di una visione che considera la città come un luogo da proteggere e valorizzare, dove il rispetto delle regole e la qualità della vita sono elementi indissolubili e condizioni ontologicamente immanenti… che solo coloro affetti da “solipsismo ideologico” possono pensare di confutare bollandole come “derive autoritarie”!
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