Caso Todde. Possibile siano solo stati sprovveduti?
Il caso Todde fa discutere. Esaminiamo i fatti, escludendo al momento che vi sia stato dolo.
Sarà infatti la Magistratura a verificare se vi siano reati come l’occultamento di finanziamenti, movimentazioni sospette, falso nelle comunicazioni e comunque reati di vario tipo fi natura dolosa.
Partiamo quindi ad analizzare il caso presupponendo la completa buona fede della neo eletta e dei suoi collaboratori
E’ indubbio, che in questo caso, una gran bella figura di certo non la fanno.
Possibile che il candidato a Governatore di una Regione così importante come la Sardegna non sapesse della legge nazionale riguardo la rendicontazione delle spese elettorali?
Si pensa sinceramente ad escludere tale ipotesi
Anche il candidato del più piccolo comune conosce la normativa e si prodiga all’invio alla propria Corte di Appello di un documento che attesti (o non attesti) le spese effettuate e i contributi ricevuti a fine elezioni.
Il mandatario elettorale non è una figura entrata in vigore in questi ultimi anni, ma oramai presente nell’ordinamento giuridico da quasi 15 anni. E’ stata introdotta con la legge 6 luglio 2012 n.96, con l’intento di regolamentare, controllare e verificare eventuali fondi per finanziare la campagna elettorale di un candidato, dal Parlamento fino ai consigli circoscrizionali.
Per la norma suddetta, chi per la campagna elettorale gestisce somme complessive di importo superiore a 2500 euro è tenuto ad aprire un conto corrente tramite una persona terza, denominata mandatario, il quale per suo conto deve gestire le somma, redigere dopo la tornata elettorale il rendiconto e presentare il documento presso le Corti di Appello di appartenenza.
E’ evidente l’intento normativo: sia gli incassi che le spese devono passare dallo stesso conto intestato al mandatario elettorale (mentre il candidato è il titolare effettivo)
Il mandatario deve essere uno solo per candidato, così come uno solo deve essere il conto di transito delle entrate e uscite . Inoltre il conto deve essere aperto per legge in una banca o alle Poste. Niente Paypal, dunque o conti che non siano di banche italiane
Un candidato quindi può ricevere finanziamenti per la propria campagna elettorali; tuttavia le somme ricevute e i soggetti donanti devono essere assolutamente trasparenti
Tra l’altro non è possibile utilizzare altre forme se non quelle del conto corrente , come non è possibile non designare un mandatario. E anche qui i motivi risultano semplice. E’ necessario verificare che i finanziamenti derivino da fondi leciti e che chi li ha inviati non abbiano problemi di natura legale.
La legge, è bene ricordare, era stata voluta nel 2012 in particolare dai partiti della sinistra, PD in testa, per ridimensionare i fondi elettorali di Silvio Berlusconi
Adesso invece il problema sorto in Saardegna riguarda un candidato (tra l’altro vincente) proprio dei partiti che hanno voluto la norma nel 2012. In questo caso però viene eretto un mutuo alla Todde di protezione facendo quadrato. Un muro che sta creando non pochi imbarazzi vista la palese incoerenza dei protagonisti. E a niente vale la difesa di “mero errore burocratico/amministrativo” e alla diversa lettura delle norme “Stato italiano/ Regione Sardegna”.
Continuando quindi con la premessa “non dolosa”, la domanda è: possibile che la Todde e il suo entourage siano stati davvero degli “incapaci sprovveduti”?
E tra questi, in considerazioni del tanto sbandierato “Campo Largo”, possibile che nessuno degli alleati di centro sinistra si sia ma accorto di niente?
In effetti qualche dubbio sui 5 stelle ci sono in tema di sprovvedutezza. Meno credibile invece la posizione del PD, che di esperienza in campo di candidature elettorali ne ha è ne ha avute parecchie. Eppure nessuno si è mai accorto delle irregolarità.
E che dire inoltre sulle invocazioni giustizialiste dei 5 stelle contro esponenti di opposizione, i quali, pure avessero semplicemente ricevuto un atto amministrativo per eccesso di velocità, invocavano immediatamente le dimissioni?
E si potrebbe infine ironizzare anche su dubbi riguardo la capacità della Todde a gestire una Regione come la Sardegna, pure a Statuto speciale, quand’anche non riesce a tener conto delle situazioni personali.
Tutte domande lecite, che però non cambiano la questione. Alessandra Todde è a forte rischio decadenza per le irregolarità delle spese elettorali. Tuttavia la schiera di avvocati della Presidente della Regione hanno già pronta istanza di opposizione.
Ma le conseguenze, di ordine pratico e giuridico, comunque non mancheranno in quanto il precedente non è mai accaduto. Non si hanno esperienze di applicazione della norma nella fattispecie.
Una di queste conseguenze è squisitamente giuridica: qualunque sia il pronunciamento della Magistratura, Il Consiglio regionale deve accoglierla con una semplice persa d’atto, oppure tramite votazione?
Alessandra Todde, nonostante la memoria difensiva presentata, che oltretutto ha aggravato la sua posizione, continua il proprio lavoro al Governo della Regione. Dubbi si ha anche sulla sua legittimità al mandato, almeno finché non vi è un pronunciamento definitivo.
Sempre che la sua situazione nel frattempo non si aggravi. C’è chi parla di apertura di un fascicolo in Procura. Quindi da indagine amministrativa a indagine penale. Al momento non ci sono indagati. In tal caso i procedimenti saranno due . E i fatti si complicano.
Sia che si accerti sia una “incapacità palese” nella gestione che invece vi sia stato una mancanza grave per altri motivi da appurare, la vicenda appare piuttosto intricata per le pieghe politiche e giuridiche che sta prendendo. La strada è ancora lunga, siamo appena all’inizio.
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