“M”, LA GROTTESCA TRASPOSIZIONE TELEVISIVA DEL LIBRO DI SCURATI
In un’epoca in cui in troppi vanno a caccia di fascisti immaginari confinati al secolo scorso, chiudendo allo stesso tempo entrambi gli occhi sui fasciocomunismi e sui naziterrorismi reali contemporanei, non stupisce che la
trasposizione televisiva di “M, il figlio del secolo” sconfini nel grottesco,
tra rappresentazioni macchiettistiche del Duce e del fascismo ed interviste stucchevoli rilasciate a posteriori dal protagonista principale della serie TV.
Una rappresentazione di Mussolini, dei personaggi che ruotano intorno a lui e dell’intero movimento del fascismo romanzata, caricaturale, al limite di una parodia, riuscita male e lontana dai grandi successi delle parodie cinematografiche di Mel Brooks
Un’opera, di fatto, mal riuscita che rischia di consegnare al telespettatore una visione storica distorta e lontana dalla realtà dei fatti, dalla cronaca dei tempi, dalle reali connotazioni caratteriali e sociali dell’epoca.
E, visti i tempi che viviamo, in cui lo studio e la ricerca approfondita hanno lasciato il campo alla cultura nozionistica affidata alle TV o ai social, il rischio che per molti spettatori questa fiction di fantasia si trasformi in realtà rivelata è più che concreto.
Con tutte le conseguenze del caso, a partire dal non comprendere le reali motivazioni e le conseguenti implicazioni che il vero personaggio storico ha avuto e che sono lontane da quanto la rappresentazione televisiva fa credere
Al grottesco della serie si è anche aggiunta la melensa serie di interviste rilasciate dal protagonista che si è voluto dipingere come intimamente violato nell’interpretazione televisiva di Benito Mussolini, quasi costretto a recitare una parte sotto tortura.
Una tortura, però, che sicuramente è stata alleviata dal cachet ricevuto per il suo lavoro. Questo, sicuramente, ne ha diminuito le sofferenze.
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