Europa, è tempo di scegliere da che parte stare
Venti nuovi stanno spirando fra Trump e l’Unione Europea. Già quest’ultima da tempo sta attraversando una profonda crisi di identità e fiducia.
E le fondamenta dell’istituzione europea vacillano. C’è chi teme che siamo oramai molto vicini al punto di rottura
L’Unione Europea, nata come riscatto alle recentissime divisioni belliche patite durante la seconda guerra mondiale, non sta al momento vivendo un momento idilliaco. I vertici hanno difficoltà a gestire le divisioni di vedute e interessi dei singoli Stati, né riescono a gestire al meglio le responsabilità di chi è incaricato a guidarla.
Sono molte le accuse di corruzione e cattiva gestione dell’Istituzione e dei suoi responsabili
Ma fatto ancor più grave, vi sono seri interrogativi sull’effettiva capacità della Unione Europea a saper tutelari i cittadini che rappresentano.
Nel mirino delle critiche c’è proprio lei, la signora Ursula Von der Leyen. Pur non essendoci ancora prove certe, la Presidente della Commissione risulta la prima sospettata di avere avuto interessi “poco trasparenti” con l’azienda Pfizer durante il periodo del Covid. Al momento non sono emersi dettagli precisi.
Ma in questo caso basta anche il solo sospetto a far gettare un’ombra sull’integrità di tutto il processo decisionale-amministrativo europeo
Ma in Europa non è solo la Presidente Von der Leyen ad avere un problema di affidabilità. Anche la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, è stata nel 2016 indagata per un caso di corruzione in Francia prima che diventasse capo della BCE. Come è potuto accadere che una persona indagata in patria sia poi entrata nel centro nevralgico della finanza europea questo non è dato sapere. Fatto sta che, assieme al capo della UE, è un soggetto piuttosto discusso.
I problemi della Unione Europea non si fermano qui. Pure la Corte dei conti europea ha denunciato errori nella rendicontazione del bilancio dell’UE pari a oltre 240 miliardi di euro
Una miriadi di soldi, un dato allarmante, che potrebbe mettere in evidenzia l’incapacità di utilizzare con efficacia il denaro pubblico.
Trattasi quindi già di un contesto pericoloso, dove si gioca Il futuro dell’Europa e la reputazione delle sue istituzioni. Ora da quando Donald Trump è diventato a tutti gli effetti Presidente degli Stati Uniti, la situazione si complica.
Trump è perfettamente conscio delle difficoltà politiche, economiche e istituzionali dell’Europa. Comprende, tanto per citare Metternich in un’altra epoca e altro contesto, che l’Europa non è altro “che una espressione geografica”.
Trump si beffeggia delle istituzioni del vecchio continente, minacciando di invadere la Groenlandia, mandando così a pezzi l’alleanza atlantica. L’Europa non ha mai voluto creare un proprio apparato militare comune. Taycoon ha gioco facile quindi nel richiedere un surplus di contribuzioni alle spese per la difesa europea
Trump si altera quando parla della gigantesca burocrazia europea che limita gli investimenti. Imporrà presto, come ha già fatto per altri paesi, dazi verso i prodotti europei importati negli Stati Uniti, in particolare il settore auto, al fine di mettere ancora più in crisi l’industria, europea in primis e tedesca in particolare.
Ma lo scopo dell’introduzione dei dazi è soprattutto quello di creare una frattura ancora più profonda tra stati membri UE. E mettere in crisi l’Unione.
I vertici europei non sembrano all’altezza di far fronte alle pesanti sfide internazionali che in un futuro neanche tanto lontano ci saranno. La cordata BRICS è in ascesa imponente, l’Intelligenza Artificiale porterà a nuove opportunità e interessi, la globalizzazione incombe.
L’Europa ha un classe politica autoreferenziale che sembra “imbambolata” di fronte al futuro. Si inalbera in inutili sfide ideologiche piuttosto che promuovere piani di sviluppo economico. Cosi lentamente, l’Europa muore
Trump, con il suo piglio da cowboy, sta cercando di dare una svegliata al sonnacchioso vecchio continente. Lo vorrebbe ancora come alleato , ma lo vuole vivo e attento, con una marcia in più per fronte al Nuovo Mondo che avanza. Ma questo gli attuali vertici europei non lo stanno capendo.
O fanno finta di non capirlo. Oppure fanno fatica a voltare pagina e guardare avanti
La spaccatura fra Europa e Stati Uniti al momento è evidente. L’Europa oramai deve decidere. Deve decidere da che parte stare se con Trump o contro di Trump. E anche in tempi stretti. Tycoon vuole subito una risposta.
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