A Lampedusa vince la Lega, ma non è un merito, in realtà è colpa di Salvini.
Lo so detta così la frase non ha alcun senso, ma leggendo le dichiarazioni degli sconfitti è questo che si evince, ed il ragionamento appare ancora più..contorto.
Anche a Lampedusa, dicevamo, come nel comune “modello di accoglienza” di Riace, la Lega risulta il primo partito.
Ma qui i numeri sono diversi rispetto a Riace.
Se a Riace difatti l’affluenza è stata alta e ha penalizzato il sindaco disubbidiente e pro immigrazione Mimmo Lucano, a Lampedusa l’astensione è stata pari a quasi il 74 per cento, ma comunque la Lega di Salvini ha raggiunto uno storico 45 per cento di preferenze.
Ovvio che anche qui il riferimento sia all’immigrazione selvaggia, che proprio questa isola bersaglia da anni, e della quale, unitamente alla delinquenza che essa porta, i cittadini residenti non ne possono più.
Ma le letture del voto, si sa, possono essere molteplici, a volte anche bizzarre e sovvertitrici della realtà.
Il boom della Lega a Lampedusa e Linosa viene interpretato ad esempio dal sindaco delle Pelagie, Salvatore Martello, come “un risultato che non deve essere sottovalutato. Il primo dato sul quale porre l’attenzione, a mio parere, – ha detto il sindaco Martello – è il record di astenuti, quasi il 74 per cento. Evidentemente – ha commentato – i lampedusani si sentono abbandonati dalle istituzioni e dal Governo”.
Ricordiamo chi è Salvatore Martello, un altro disubbidiente di sinistra, che il 18 marzo scorso fece sbarcare 49 migranti a Lampedusa nonostante il divieto di Salvini in pieno caso Diciotti. Dichiarò all’epoca “Se qualcuno sta per annegare mica gli dici che non lo aiuti perché c’è il decreto”; “in mare non esistono circolari, se c’è bisogno io chiedo di entrare e tu mi devi far entrare, basta”; “il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati”; “la nave è italiana, i migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”.
Del voto di domenica ci sono anche letture diverse, ma non troppo, tra queste, quella di Don Carmelo La Magra: parroco della parrocchia di San Gerlando di Lampedusa. “Il boom della Lega a Lampedusa? E’ un voto contro l’accoglienza. Ma l’accoglienza non danneggia la comunità locale. La gente ha, piuttosto, paura che una cattiva gestione del fenomeno la danneggi anche dal punto di vista lavorativo e turistico”.
E ancora altre perle di saggezza: “Quello che posso percepire è, in generale, che le Europee non sono molto sentite. Poi penso pure che ci sia sfiducia nella politica, almeno per come è stata vissuta fino ad oggi”.
“Salvini continua a baciare il crocifisso ma non rispetta il Vangelo. Ci troviamo davanti a simboli religiosi e proclami di una persona che non è coerente” – ha spiegato, all’Adnkronos, don Carmelo La Magra, commentando le ultime uscite del vicepremier Matteo Salvini con il crocifisso e il rosario – . “Mi dispiace molto avere visto quelle immagini di Salvini con il crocifisso come se la vittoria di una parte politica fosse una benedizione o una condanna dall’altra parte. I simboli religiosi non appartengono a nessuna parte politica”.
Si sa, la sinistra perde i voti ma non il vizio di sentirsi prescelta e superiore. Con il placet spesso di una parte consistente della Cei, allontanandosi di fatto sempre più dalla realtà in cui sono costretti a vivere i cittadini per scelte a dir poco opinabili.
Che Salvini sia un Santo od un diavolo, risulta palese come per ora la scena politica la stia di gran lunga dominando: leggendo le fegatose dichiarazioni di sinistra e Chiesa, che avevano consacrato certi luoghi a templi della immigrazione, non si può non riconoscere come non glielo abbiano affatto perdonato.
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